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Il trionfo del male
Durante gli intensivi giorni della trebbiatura quando il caldo, la polvere e il faticoso lavoro stravolgono la vita della “Pré-aux- Boeufs”, fattoria isolata in riva al mare, nei pressi de La Rochelle, muore Jean Nalliers. Apparentemente vittima della sua epilessia che gli avrebbe causato la caduta dalla finestra del granaio durante una crisi, è in realtà stato spinto giù dalla signora Pontreau, la suocera. È vedova e ha altre due figlie che vivono con lei a Nieul. Nessuno sospetta della donna. Arriva l’inverno, la figlia vedova diventa quasi catatonica e ,nonostante i rancori del consuocero, vero proprietario, riesce a vendere la fattoria restituendosi uno status sociale borghese mai dimenticato nonostante le disgrazie economiche dell’ultimo periodo di vita del suo benestante marito. Intanto la povera cameriera che era al servizio in fattoria nei giorni della trebbiatura inizia a gironzolare intorno alla casa della Pontreau, mentre sbandiera presunte, imminenti e inverosimili possibilità economiche...
Il romanzo gioca sulla curiosità del lettore che in realtà sa già tutto ma viene attanagliato dagli infallibili meccanismi del giallo, curioso di sapere quali risvolti assumerà la vicenda. La lettura è gradevole, la caratterizzazione della protagonista eccezionale, la descrizione dei paesaggi funzionale alle atmosfere di sospetto che si creano. Il mare, la campagna, il piccolo paese, la corriera che fa la spola tra la cittadina e Nouel, la piazza, la strada del mare, la grande casa signorile memoria dei vecchi fasti borghesi, il Cafè Louis.
Su tutti emerge indistinta una folla: gli abitanti del luogo; dapprima rappresentati come singoli e sparsi spettatori assurgono poi al ruolo di compatta e impietosa giuria per accettare infine il trionfo del male.