Dettagli Recensione
Viraggi
Una coppia vive in un appartamento al primo piano, la camera da letto, situata al mezzanino, è collegata al piano inferiore tramite una scala a chiocciola, in ferro. Nata in altri tempi con la precisa funzionalità di permettere una comunicazione più immediata tra i due livelli, anche tramite l’ausilio di un tubo acustico che sbocca in cucina, è diventata attraverso Louise, la figlia dei vecchi proprietari, ora padrona di casa e del negozio di famiglia, il mezzo per esercitare un controllo assoluto della sua proprietà. Tra i suoi beni un marito: Étienne, ancor prima quello defunto...
L’appartamento, composto inoltre da una sala e da un bagno, è proteso verso l’esterno con l’affaccio della finestra della camera da letto alle luci e ai rumori di un luna park e di un locale notturno. I suoi abitanti vivono invece un’esiliante solitudine creatasi col tempo e con le circostanze; essere subentrato troppo presto alla vedovanza ha creato condizioni ottimali per isolare i due . Una volta alla settimana un’altra coppia di amici va a trovarli per cenare e giocare a carte. Quando Étienne e Louise escono, lo fanno con la precisa intenzione di evitare imbarazzanti tempi morti nella loro relazione che peraltro si nutre di una sessualità spinta, forte quasi disturbata e con una leggera componente voyeuristica. Il loro rapporto è simbiotico e al tempo stesso di estremo individualismo: lui nutre sospetti di avvelenamento da arsenico ad opera della moglie, lei lo controlla dopo averlo depauperato di ogni libertà, compresa quella finanziaria. Lui ascolta dall’alto, spia, anticipa le mosse, prevede, suppone. Lei agisce, compare, scompare, controlla; entrambi a letto sono consapevoli l’uno dell’altro. Lentamente Étienne prende coscienza di tutto: analizza la situazione, valuta, pondera, agisce.
Già sperimentate, nella lettura di Simenon, altre situazioni di sospetto coniugale - “Il gatto” in particolare- mi ritrovo stavolta stanca e affaticata da un romanzo interamente giocato sull’ambivalenza del rapporto amoroso. Ho trovato, pur nella genialità dell’impianto narrativo e delle atmosfere descritte, un già letto che mi porta tristemente a constatare una visione dei rapporti amorosi declinata al nero che non riesco affatto ad apprezzare. Consigliato quindi agli amanti del genere, io preferisco il viraggio seppia.
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Commenti
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IO lo trovai terapeutico, che non vuole dire allegro ma con un retrogusto di benessere lasciato nella membra del lettore. Che non e' frequente in Smenon, sebbene per me sia un narratore di qualita'altissima.
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