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Menta e basilico
Marsiglia. Porta d’Oriente. Città di marinai, prostitute e malavita. Città di immigrati, gente di ogni colore arrivata senza un soldo sognando un futuro di civiltà e benessere per i propri figli. Città di contraddizioni. Da un lato i rumori e i colori del mediterraneo: la risacca del mare, il profumo di menta e basilico, il gusto fresco del pastis sorseggiato al tramonto. Dall’altro l’oriente: aromi pungenti e speziati, piatti di datteri e fichi secchi, suoni di lingue sconosciute.
Manu, Ugo e Fabio sono figli dell’immigrazione, cresciuti sulla strada con l’unica prospettiva di una vita di miseria e delinquenza. Negli anni, hanno visto le speranze svanire negli occhi dei vecchi e la rabbia ribollire in quelli dei giovani. Hanno incassato i colpi della vita e cercato una propria strada. Manu ha riversato nel crimine il suo odio per l’ingiustizia del mondo. Ugo è scappato, correndo dietro alla sua anima inquieta. Fabio è diventato un poliziotto che non riesce a credere nella giustizia e non si è concesso alcuna possibilità di redenzione. Manu e Ugo sono morti, assassinati in circostanze misteriose. Rimane Fabio a fare i conti con un debito di amicizia che lo porterà ad indagare in cerca della verità finendo così per immergersi nelle pieghe più oscure e squallide della città, dove la malvagità umana sembra avere il sopravvento su ogni cosa. Da un lato la disoccupazione, la desolazione e la violenza rabbiosa degli emarginati. Dall’altro la paura e l’intolleranza razziale. Su tutto la mafia e il potere, a cibarsi di questo dolore.
La scrittura di Izzo è affilata, con i suoi periodi corti e taglienti fende l’animo di chi legge, evoca atmosfere, odori e colori intrisi di un senso di perpetua malinconia, infonde emozioni contrastanti e disparate. L’intreccio noir che si snoda nei meccanismi della malavita marsigliese risulta a tratti ingarbugliato: tanti personaggi, tanti nomi, tanti luoghi. Ma poco importa perché la sensazione, leggendo queste pagine, è che in fondo l’indagine non sia l’elemento principale della narrazione. Protagonista è Marsiglia con il suo spaccato sociale, tratteggiato con sguardo lucido e profondo, attualissimo ancor oggi, a vent’anni di distanza. Protagonista è il male di vivere, la disillusione di chi deve fare i conti con i sogni ormai dimenticati della gioventù per ricercare il proprio futuro, la malinconia di un uomo che cerca il senso della vita nella semplicità delle piccole cose. Un uomo che non crede più a niente, ma intanto annaffia con cura menta e basilico.
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Grazie per il commento, Alberto.
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Marsiglia come dici tu, indiscussa protagonista. Impossibile non amarla e non emozionarsi per essa. Porto di mare, città malata ed intricata risultato di mille etnie, mondi e modi che ne fanno indissolubilmente parte e la rendono una babele moderna, nel bene e nel male. Marcia e sporca, lurida e schifosa ma colorata e profumata allo stesso tempo. Paradossalmente ma inevitabilmente Marsiglia.