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La scala verso l'abisso
Una scrittura piacevolissima, un incalzare di scene in un crescendo di eventi che compongono una storia con tutta la suspense di un giallo senza avere la connotazione classica di questo genere.
La storia di un amore, di più amori, Étienne e Louise marito e moglie in una casa attigua ad un negozio, una scala di ferro a fare da divisorio, fra due vite, fra due porzioni di ogni giornata: il lavoro, e la privacy di una dimora. Una scala, doppio gioco di un sali e scendi, come gli alti e i bassi della vita di ogni giorno, un separé indiscreto che copre e allo stesso scopre i segreti.
Simenon è un maestro di queste dualità, un artista della parola pensata, calibrata in ogni suo significato, un direttore d’orchestra di piccoli eventi che creano quella grandiosa sinfonia che è la vita. Sentiamo tutto il dolore dei malanni di Étienne, la sua paura, l’ansia e la disperazione di essere in parte co-artefice di tutto. Percepiamo un senso di inquietudine di una Louise passionale e volubile, attenta alle cure per il marito e scaltra a celare il mistero.
Una prima parte introduttiva vista in prevalenza dall’appartamento in cima alla scala, da dove è possibile percepire solo in parte la realtà, Simenon sale e scende quella scala svariate volte per avere una visione completa del quadro, nella seconda parte ci porta con lui ai piedi di questa scala e ci fa vedere un altro dipinto, ci lascia sempre un dubbio, fino alla fine. Étienne scende dalla scala insieme a noi e questa trama si dipana, un salto in basso verso l’abisso.