Dettagli Recensione
Deep web
Il prolifico autore americano Jeffery Deaver, in quasi trenta anni di onorata carriera, ha toccato ogni sfumatura racchiusa nel torbido universo della scrittura di genere thriller.
Poteva mancare un thriller tecnologico nella sua sterminata attività letteraria? Ovviamente no.
“Profondo blu”, datato 2001, è ambientato nella Silicon Valley, area metropolitana della Baia di San Francisco. Una zona famigerata per la presenza di sedi principali di numerose aziende innovatrici, tecnologiche ed avanguardiste, tra le quali ricordiamo Amazon, Apple, Google, Facebook, Microsoft, Netflix.
È qui che un folle hacker omicida, grazie ad un diabolico programma, riesce ad entrare nei computer di chiunque, scoprendone i segreti. È un camaleonte, un mago del travestimento convinto di replicare nella vita reale un violento gioco di ruolo con omicidi e livelli di difficoltà sempre più elevati.
Il termine hacker, in realtà, non è corretto. Un hacker è colui che sfrutta le proprie capacità informatiche per curiosare, esplorare i dettagli dei sistemi programmabili e sperimentare come estenderne l'utilizzo. “Guardare e non toccare”.
L’omicida è piuttosto un cosiddetto cracker, mosso da scopi distruttivi.
A dargli la caccia, in una frenetica lotta contro il tempo, sono l’Unità Crimini Informatici della Polizia di Stato della California, il detective Frank Bishop e Wyatt Gillette, un hacker condannato per aver violato la legge federale sulla privacy informatica e che gode di un permesso speciale per collaborare nella cattura dell’assassino.
“Profondo blu” è un thriller intrigante, incentrato su un mondo, quello della tecnologia, che ormai ci circonda e ci influenza quotidianamente. E che per assurdo conosciamo pochissimo. La realtà informatica è in continuo mutamento, e in questo senso è doveroso constatare che i quindici anni trascorsi dalla pubblicazione del romanzo sono evidenti, tra tecnologie che non esistono più, file preistorici e iconici floppy disk.
Ma è un aspetto marginale che non toglie valore ad una vicenda ritmata e piena di colpi di scena, a conferma dell’abilità narrativa del nativo di Glen Ellyn.