Dettagli Recensione
Peperoncino negli occhi
Jenny è una donna moderna che si destreggia freneticamente tra la professione di medico, il matrimonio con un neurochirurgo di successo, l’hobby della pittura e tre figli adolescenti da crescere. Il tempo è tiranno ed è difficile tenere tutto sotto controllo ma, in fondo, se si guarda intorno, non può che ritenersi soddisfatta: un marito, Ted, ancora innamorato dopo vent’anni, un lavoro gratificante seppur impegnativo, ma soprattutto tre ragazzi indipendenti, maturi, appassionati di arte e sport. Anche se Ted ultimamente è poco presente nella vita familiare. Anche se i gemelli sembrano scostanti e scappano appena possibile nelle loro stanze. Anche se Naomi non si confida più e sembra diversa, con quei tacchi alti e quel vestito audace. Ma è solo un momento, tutto tornerà presto alla normalità.
E invece no. Nulla torna alla normalità perché un evento terribile e sconvolgente si abbatte su tutti loro: la scomparsa di Naomi. E questo evento finisce per lacerare, tutto a un tratto, il velo che copre la realtà, rivelando che la vita che credeva di condurre forse era tutta un’illusione. E a un anno di distanza, a Jenny non rimane che un enorme groviglio di interrogativi: che fine ha fatto Naomi, dopo mesi di inconcludenti ricerche e supposizioni? Come ha potuto distrarsi, perdere di vista le cose importanti, non dare peso a tutti gli “anche se” che aveva sotto gli occhi? O forse era solo più facile non vedere? Ma soprattutto, come trovare ora la forza per andare avanti e avere ancora speranza, senza soccombere ai sensi di colpa?
La narrazione si snoda su un duplice binario temporale tra la vita di ieri, con le sue incrollabili certezze di bugie, e la solitudine di oggi, angosciosa e desolante. Eppure il filo dell’indagine sembra non essersi mai sopito e forse c’è ancora spazio per recuperare, tra le macerie del passato, gli elementi che possono rivelare la verità sulla scomparsa di Naomi. E placare un opprimente bisogno di sapere. Lo stesso bisogno che inchioda noi lettori fino all’ultima pagina.
Sicuramente è un thriller avvincente e originale, sebbene forse un po’ troppo semplice per destreggiarsi con successo con gli elementi psicologici di questa trama. I personaggi avrebbero richiesto, a mio avviso, una maggiore profondità di caratterizzazione e analisi, in particolare dei conflitti interiori e delle motivazioni che hanno sgretolato l’apparente perfezione di questa famiglia conducendo ciascuno di essi su un proprio drammatico percorso. Non nego inoltre che a pesare sul giudizio è anche un finale devastante e imprevedibile, come d’obbligo per un buon thriller, che però mi ha deluso nella sua precipitosa e insoddisfacente chiusura.
Avvincente, ma non del tutto convincente.