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Il tarlo del sospetto
Ho letto diversi romanzi di Simenon e, a oggi, posso confermare da parte mia il notevole spessore narrativo di tali romanzi non finalizzati alla serie del famoso commissario Maigret.
La vicenda ha luogo nella Parigi degli anni cinquanta ambientata in un negozio di articoli di cancelleria in boulevard de Clichy i cui protagonisti fondamentali sono Etienne Lomel, quarantenne, e sua moglie Louise di sei anni più anziana di lui; una scala di ferro, quasi eretta come una barriera di confine, separa il negozio dall’appartamento dei coniugi Lomel, in particolare dalla stanza da letto dove si svolgono, per buona parte del romanzo, le varie vicissitudini della vita della coppia.
Etienne e Louise sono ormai sposati da quasi sedici anni, senza figli, e per Louise si tratta del secondo matrimonio dopo la morte del primo marito avvenuta per malattia ma in circostanze che inducono a riflettere; detto questo c’è da aggiungere che già da alcuni mesi Etienne è soggetto a malesseri ricorrenti per i quali, nonostante le visite presso diversi medici, egli sospetta un piano ben articolato e pianificato dalla moglie che lo faccia deperire lentamente fino a portarlo alla morte.
Tale sospetto è dovuto anche al ricordo di Etienne inerente l’incontro con Louise quando ancora era sposata al primo marito, Guillaume, anch’egli all’epoca malato di una misteriosa patologia che lo portò in breve tempo alla sua dipartita. Ai tempi attuali della vicenda, Etienne sembra avere occupato il posto del primo marito in quella stanza, separata dal negozio di cancelleria da questa scala di ferro a similitudine di un baluardo spazio-temporale tra la realtà vissuta e il mondo esterno, da dove è possibile origliare e malamente spiare ciò che avviene in altra dimensione.
In particolare i malesseri sempre più acuti di Etienne si presentano subito dopo aver mangiato…per questa ragione il sospetto è indirizzato a qualche forma di avvelenamento a dosi basse e protratte nel tempo. Il dubbio e l’incubo hanno ben presto il sopravvento sulla psiche di Etienne che immagina scenari tragici simili a quanto già accaduto in passato.
Escogita quindi diversi e sempre più artefatti modi di agire al fine di poter scoprire le vere intenzioni della consorte; è un susseguirsi di appostamenti, finte telefonate, pedinamenti compiuti in modo discreto e con arguzia fino ad arrivare a un epilogo che spiazza il lettore per l’amarezza e la tristezza intrinseche in una vita all’apparenza comune.
Un romanzo che si legge volentieri particolareggiato nelle descrizioni di persone e ambienti.
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Ferruccio
Ferruccio
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Grazie per la tua bella recessione, credere di leggerlo fra non molto, è in lista.
Saluti
Riccardo