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Freddo a luglio
 
Freddo a luglio 2016-02-22 18:51:31 Anna_Reads
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Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    22 Febbraio, 2016
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Ora si ragiona, Joe!

Freddo a Luglio – Joe R. Lansdale, 1989 (ed. italiana 2002).

SPOILER

Il mio primo Lansdale al di fuori del ciclo di Hap&Leonard. Devo dire di essere molto soddisfatta, dalla storia, dai personaggi, dall’evolversi della vicenda e – non ultimo – dall’aver avuto di nuovo il piacere di “lavorare” con Jim Bob Luke.
Richard è un tranquillo corniciaio, vive in una bella villetta con la moglie Ann e il figlioletto Jordan nella cittadina texana di LaBorde; una notte sente un rumore, recupera una vecchia pistola e scopre un ladro; questi gli spara, mancandolo e Richard, pur tremante, lo uccide.
Il morto è Freddy Russell una vecchia conoscenza della polizia che è ben contenta che Richard abbia fatto pulizia e classifica immediatamente il caso come “legittima difesa”.
I guai di Richard sembrano risolversi con l’acquisto di un divano nuovo e l’imbiancatura di una parete. In realtà il nostro è molto scosso dall’aver ucciso un uomo e stenta a riprendersi. Decide di andare al funerale del ladro e qui trova Ben, il padre di Freddy, appena uscito di prigione. L’uomo lo minaccia apertamente e poco dopo fa irruzione in casa di Richard pronto ad uccidere Jordan, per vendicarsi.
In realtà, l’uomo si ferma prima di fare del male al bambino, e la polizia lo cattura.
Sembra finalmente finita, ma Richard recupera il portafoglio dell’uomo, e dentro vi trova una foto del figlio Freddy.
Che NON è l’uomo che Richard ha ucciso.

Da questo punto in poi si crea un’alleanza – dapprima improbabile, poi sempre più solida – fra Ben e Richard che decidono di scoprire la verità: chi si era introdotto in casa di Richard? Perché la polizia è così smaniosa di far credere morto Freddy? Che ne è di Freddy?
Per rispondere a queste domande, Ben si rivolge al suo vecchio amico Jim Bob Luke, investigatore privato.
Scopriremo che Freddy non è morto.
Ma sarebbe di gran lunga preferibile che lo fosse.
E che Ben, con l’aiuto di Richard e Jim Bob, farà del suo meglio per mettere a posto le cose.

Non voglio spoilerare ulteriormente, ma questo romanzo funziona bene. La storia scorre. E l’evoluzione dei personaggi, soprattutto di Richard che da timido corniciaio diventa un volitivo strumento di giustizia, è convincente. Lansdale mescola abilmente introspezione e azioni, colpi di scena, orrore, riflessione e ironia.
Davvero una bella prova, avevo un po’ paura ad uscire dal cerchio della fiducia di Hap&Leo e invece sono molto contenta. Ripeterò l’esperienza.

PS.
Nei giorni scorsi (sono in convalescenza) ho avuto occasione di parlare un po’ con mio papà di storie e scrittura. Secondo lui, una volta che c’è “una storia che funziona” poi il modo di raccontarla viene da sé.
Io ero un po’ scettica.
E facevo bene. Hanno tratto un film da “Freddo a Luglio” (stesso titolo), nel 2014.
Ed è stupefacente notare come mantenendo sostanzialmente invariata la storia (pur con alcuni cambiamenti assurdi in quanto a comprensibilità), abbiano creato un polpettone indigesto e a tratti francamente noioso.
(Unica nota positiva: Jim Bob Luke è Don Jonhson. Probabilmente non è la scelta migliore, né quella che avrei fatto io dovendo immaginare il nostro. Però per me Don Jonhson rimane Sonny Crockett di “Miami Vice”. Quindi immaginare che Jim Bob, prima fosse nella squadra antidroga di Miami, girasse in Ferrari bianco, invece che sul “Troione rosso” ed avesse un coccodrillo di nome Elvis, invece dei maiali mi fa simpatia!).

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