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Ma chi è il sessantasette?
Ashecliffe Hospital sorge in pianura, nella parte nordoccidentale dell’isola di Shutter.
E’ un istituto di massima sicurezza super protetto da guardie carcerarie.
Ospita i pazienti più gravi, quelli che nessun altra struttura potrebbe e saprebbe gestire. Eppure ad una prima occhiata non sembra un manicomio criminale.
Unica fauna i topi. Enormi. Ingombranti. Padroni.
Strutturato a Padiglioni inaccessibili anche per i due agenti: Teddy Daniels e Chuch Aule; vi arrivano nel settembre del ’54. Quattro interminabili giorni.
Devono risolvere uno strano caso.
Di una paziente si sono perse le tracce. Rachel Solando. Rinchiusa per essersi macchiata di un orribile crimine, sparisce nel nulla. Tutte le ricostruzioni degli accadimenti intervenuti nelle ore immediatamente prima e dopo la scomparsa della donna celano il mistero e non riescono a chiarire come sia potuta uscire dalla sua stanza.
Mezzanotte, due minuti e trentanove secondi: da quel momento la donna diventa come mai esistita.
SVANITA.
ESISTITA?
“Lei è qui. Lei non se ne è mai andata”.
“Se voi vi credete gli unici detentori della verità assoluta, questo significa che tutti gli altri mentono. E se gli altri mentono…ogni loro verità è una bugia.”
Il romanzo è scorrevole ma impegnativo. Ho dovuto a volte rileggere per paura di aver perso il filo della matassa, che certamente è abbastanza intricata e apparentemente “normale”…c’è un aspetto del racconto che l’autore con grande abilità ci fa sottovalutare. Alla fine, come è giusto che sia, tutto diventa chiaro. Anche se io non ne sono poi così certa….mi piace pensare che il mistero resti in parte irrisolto.
Una domanda ricorrente… usano gli esseri umani come cavie?
Un terribile sospetto…non me ne andrò mai da quest’isola.
Buona caccia a tutti.
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Buone prossime letture
Mary
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