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C'è qualcuno in quella casa?
Loursat è un avvocato ma prima di tutto è un uomo sconfitto dalla vita, che si abbandona agli effluvi dell’alcol per dimenticare un matrimonio finito male. Ha deciso di rimanere isolato dal resto del mondo- ignorando anche la sua unica figlia- e svernando all’interno della sua grande casa, piuttosto dimessa e in decadimento proprio come lui. Improvvisamente, una sera come tutte le altre, mentre si trova nel suo studio con accanto la fidata bottiglia come unica amica, sente un rumore, quindi incuriosito si alza, esce dalla sua stanza, intravvede un’ombra e…successivamente scopre un cadavere disteso nel letto di una delle tante camere della sua casa. Da quel momento in poi comincia a risvegliarsi dal suo stato di torpore prolungato, a scoprire particolari interessanti riguardo alla vita di sua figlia, venendo a conoscenza del fatto che attorno a lui, nella grande casa, si muovono a sua insaputa, silenziosamente e furbescamente, una serie di individui, “gli intrusi” appunto, che danno il titolo a questo romanzo di Simenon. Loursat a seguito di questa scoperta, ritrova pian piano la gioia di vivere riscattando anni e anni di indolenza fino a rivestire i panni dell’avvocato difensore in un processo per omicidio.
Il libro è l’ennesima prova del talento del grande scrittore belga che ancora una volta, attraverso un noir, una storia di vittime e di carnefici personificati da quella odiosa e falsamente perbenista classe borghese che Simenon dimostra di disprezzare, ci regala pagine profonde ed introspettive. La casa di Loursat, con quell’aria così sinistra e coi misteri che nasconde, non è una semplice ambientazione di sfondo ma diventa uno snodo, un elemento attorno al quale ruotano le vicende che coinvolgono i diversi individui che ben presto Loursat impara a conoscere, prendendosi inoltre quelle giuste rivincite nei confronti di vicini di casa, parenti e colleghi. Costoro pur di salvare certe apparenze ed uscire indenni da situazioni scomode, non esitano a gettare la colpa addosso ad un innocente, colpevole solamente di essere l’anello debole di una catena, di non appartenere ad una classe agiata e non avere “santi in paradiso” disposti a difenderlo.
Simenon ha il pregio di scrivere questo romanzo con quel linguaggio diretto, tagliente e feroce che spesso lo contraddistingue e che invoglia quindi a procedere speditamente nella lettura.
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Grazie per il suggerimento di lettura, sto scoprendo Simenon e credo questo sarà da cercare e leggere appena possibile.
Complimenti
Saluti
Riccardo