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Temperance Brennan rischia la vita
Temperance Brennan, l’antropologa forense protagonista di tanti romanzi di Kathy Reichs, è alle prese con la scomparsa, avvenuta anni prima e mai denunciata, di una ragazza, Cora Teague : il caso è singolare, perché coinvolge su internet varie associazioni di detective dilettanti (i cosiddetti cybersegugi), che amano setacciare la rete alla ricerca di dati o di tracce di persone sparite nel nulla. Tra questi “segugi” ce n’è una assai singolare e accanita, che contatta la Brennan asserendo di aver trovato in un bosco un piccolo registratore con angosciose richieste di aiuto presumibilmente da parte della ragazza scomparsa. Il caso viene riportato alla luce e sono riesaminati frammenti di ossa conservati in Istituto e ritrovati nelle vicinanze del miniregistratore. Da queste premesse, iniziano le indagini che aprono scenari da incubo e che portano alla luce ambienti familiari angoscianti : figli affetti da malattie psichiatriche, morti improvvise in culla, bambini deceduti in circostanze mai chiarite, esorcismi portati alle estreme conseguenze, frutto di un fanatismo religioso cupo e ossessivo. La brava Temperance, con l’aiuto di un abile vicesceriffo e nonostante mille avversità, riesce a poco a poco a dipanare una matassa di indizi assai intricata; mette a repentaglio anche la propria incolumità, con pericolose iniziative che tengono il lettore con il fiato sospeso. Certamente l’autrice è molto abile nello scoprire le carte e nel rivelare, con inattesi colpi di scena, un finale sorprendente. L’antropologa avrà modo alla fine, uscita non del tutto indenne da una lunga vicenda cupa e stressante, di consolarsi con il suo amico del cuore di sempre, il detective di Québec Andrew Ryan, con il quale prima o poi dovrà pur convolare a nozze. Il thriller è ben strutturato, e, se lo paragoniamo agli ultimi romanzi della “rivale” Patricia Cornwell, ha ben pochi momenti di tregua: la Reichs non ama dilungarsi, come fa sempre più la Cornwell con Kay Scarpetta, in riflessioni o in lunghe e talora noiose introspezioni psicologiche, ma bada più prosaicamente a raccontare i fatti con un ritmo incalzante, che è poi quello che i lettori del genere “giallo” preferiscono.