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Un giallo azzurro
Ignoranza, quella che mi ha sempre portato ad associare Simenon a Maigret e basta, la stessa che mi ha tenuto lontano da questo grande scrittore. La camera azzurra, azzurra come un senso di libertà che si pensa di avere quando si “trasgredisce”, quando si pensa di farla franca e si banalizza un evento che in realtà banale non è.
Una trama bella e ben definita, superbamente scritta, descrizioni e ambientazioni affascinanti di paesi francesi, dipinti con la maestria di un fuoriclasse. Simenon affresca un collettivo di personaggi di paese, dove tutti confabulano, tramano e pettegolano alle spalle degli interessati, un tradimento all’origine di tutto, una storia tutta inserita in un interrogatorio, in una indagine.
La storia è un giallo particolare, atipico, le scene vengono fuori poco per volta, Simenon è bravissimo a darci un sorso d’acqua per volta fino a toglierci la sete completamente nell’atto conclusivo.
Tony ci entra dentro, nonostante i suoi errori, nonostante la sua leggerezza iniziale, ci colpisce per le sue fragilità, per il suo essere vittima e sentirsi colpevole al contempo. Ci innervosisce Andrée e la sua ostinata ossessione, che conduce tutta la storia fino all’epilogo e forse oltre. I personaggi e la loro caratterizzazione sono eccezionali, la suspense è tenuta sempre a livelli altissimi fino all’ultima parola del romanzo, e oltre.
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Commenti
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Ho letto e commentato la tua recensione, mi è piaciuta e mi hai invogliato a leggere "Gli intrusi".
Saluti
Riccardo.
Anche a me è piaciuto tantissimo peccato fosse così breve!
Ferruccio
Saluti e buone letture.
Riccardo
Ho apprezzato molto questo romanzo, e la tua recensione.
Saluti
Riccardo
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