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La scala di ferro
Una finestra affacciata su un ampio terreno filtra le luci e i suoni di un luna-park; quelle stesse luci illuminano, con tutta la loro frenetica vitalità una camera da letto, intrisa di un plumbeo profumo di sonno.
Il chiarore emanato dai lampioni delle giostre lascia il posto, durante l'inverno, al rossore del neon di un club notturno che dipinge di una scarlatta atmosfera quelle quattro pareti.
La stanza da comune e spaziosa si fa sempre più piccola e claustrofobica, l'odore di sonno diviene odore di sospetto e di paura.
Quell'unica via di fuga, la scala di ferro, complice e traditrice allo stesso tempo, diviene la migliore amica del protagonista, nascondendo agli occhi dei dipendenti i suoi baci rubati, nascondendolo agli occhi della moglie mentre cerca di spiarla.
In un crescendo di tensione, Simenon, gioca col lettore ponendolo sulla strada giusta per poi fargli rendere conto che aveva capito male, non si trattava di quello che pensava.
Un po' come quelle giostre che volteggiano nell'aria, per poi tornare a terra per tornare ancora in aria, così anche il lettore si trova a balzare dalla sedia di fronte all'evidenza lapalissiana dei fatti che vengono smentiti in modo altrettanto evidente.
Non è possibile staccare gli occhi dalle pagine, non si riesce a d arrendersi al sonno, non si trova il coraggio si lasciare il protagonista da solo, come lui vogliamo sapere, dobbiamo sapere, perché dobbiamo emettere il nostro giudizio, dobbiamo formulare la nostra sentenza.
A lasciare le pagine si ha quasi la sensazione di perdere i personaggi tra le pagine o peggio di trovarli morti, per questo non ci è possibile non concludere.
Una storia a tratti insopportabile, per il tema, per la naturalezza con cui i personaggi sono caratterizzati, per come lo svolgersi della vicenda non possa che portare alla conclusione che non si vuole accettare, che non si può credere, ma che risulta la realtà crudele e ingiusta.
Ogni singola parola di questo romanzo è al posto giusto, tessera di un mosaico che nella sua totalità risulta essere perfetto.
Senza dubbio, per il momento, il miglior Simenon che abbia mai letto.
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Commenti
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questo per sottolineare come un racconto scritto da una penna di questo livello possa superare i tempi della sua attualità.
Forse è arrivato anche per me il momento di leggere un Simenon non-Maigret.
Ciao! :-)
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