Dettagli Recensione
Il dolore che rende più forti.
Gordon Reece ha individuato quelli che sono i punti salienti del tipico processo di formazione da "topi" a "bestie fameliche", pronte a tutto per difendersi.
Protagoniste della vicenda sono Shelley, adolescente alle prese con problemi di bullismo da parte di quelle che erano le sue migliori amiche (almeno fino alla pubertà) e la madre, una donna passiva nei confronti del marito e in gravi crisi economiche quando quest'ultimo decide di abbandonare entrambe per rifarsi una vita con la sua giovane amante ventiquattrenne. Ecco che di punto in bianco la vita delle due donne, che insieme sembrerebbero formare una vera e propria squadra, crolla in mille pezzi. La casa dove Shelley è cresciuta e in cui sperava di vivere felice con i suoi genitori amorevoli diventa "il domicilio coniugale" , arma con la quale il padre della ragazza cerca in tutti i modi di destabilizzare l'ormai ex moglie, trasformando persino la figlia in un oggetto da strapparle via.
Come se non bastasse, Shelley diventa preda di violenti attacchi di bullismo da parte di quelle che fino a poco tempo prima erano le sue migliori amiche, le "jets", un trio inseparabile sin dalle elementari, ma che durante i primi anni delle superiori si sfalda dando vita ad una rabbiosa e distruttiva crisi adolescenziale , colpendo in pieno la povera Shelley, l'unica rimasta "diversa", un po' più bambina, ancora troppo ingenua rispetto alle altre.
Le violenze aumentano spaventosamente fino a minare addirittura la vita stessa della ragazza che si troverà costretta a lasciare la scuola, rassegnata ed incapace di ribellarsi come avrebbe potuto e dovuto fare sin dal principio.
L'ereditarietà genetica, che pesa su di lei come un fardello, le impedisce di rivoltarsi contro il proprio aguzzino, proprio come aveva fatto la madre, obbedendo in tutto e per tutto al marito, facendosi penosamente sfilare da sotto il naso grandi possibilità di carriera in ambito giuridico.
Così Shelley accetta ogni calcio, ogni schiaffo, ogni umiliazione senza protestare, senza muovere un dito, cercando di farsi piccola senza essere veduta, onde evitare di accrescere l'ira delle sue carnefici, proprio come sua madre, sostituendo senza troppi sforzi l'impulso di ribellione, con la neutralità di una placida rassegnazione. Non si può fare a meno di notare come il male arrivi proprio da quelle persone che invece avrebbero dovuto amarle di più, che avrebbero dovuto proteggerle, stravolgendo l'immagine che avevano di loro attraverso i lineamenti di una spietata cattiveria e rendendoli irriconoscibili. In questo modo l'autore ci offre uno spunto riflessivo molto importante che spinge a domandarsi come sia possibile infliggere tanto dolore a qualcuno a cui abbiamo voluto così bene ( e che sembra averci amato così tanto).. La stessa Shelley se lo chiederà più volte, arrivando infine alla conclusione che non sempre il male necessita di una sua logica o di un pretesto per scatenarsi. Il Male puro e autentico è finalizzato al Male stesso, generando talvolta contraddizioni e smarrimento.
(Il male che travolge l'opera trova numerosi punti di appoggio e parallelismi con il mac Beth , l'opera shakespeariana che la ragazza studia in vista degli esami ed è regolato da una prosa fluida e lineare).
Shelley è così costretta ad allontanarsi da scuola e dal "domicilio coniugale", una casa non più casa, spersonalizzata dalle lunghe ed estenuanti pratiche burocratiche per il divorzio.
Madre e figlia, destabilizzate dalla crisi economica e dai traumi in cui sono incorse , sembrano ritrovare la speranza in seguito al trasloco in un piccolo e confortevole cottage situato nel bel mezzo di una desolata campagna, circondato da ettari ed ettari di terreno coltivato e da una sacrale aura di Silenzio che si estende per chilometri. Ecco che finalmente i topi sono tornati al sicuro, hanno trovato un rifugio in cui consolidare le proprie abitudini e nelle quali identificarsi per dare una parvenza di normalità alla loro esistenza disastrata. I primi mesi sembrano davvero idilliaci, tra lavori nell'orto, musica classica dopo cena e piacevoli letture serali davanti a una tazza di thè bollente.
Shelley frequenta insegnanti privati e la madre si reca tutte le mattine al lavoro per guadagnare il suo misero stipendio.
Ma proprio quando tutto sembra aver trovato il giusto verso , accade qualcosa di sconvolgente durante la notte del sedicesimo compleanno di Shelley che cambierà le loro vite per sempre.
"Topi" è un romanzo di formazione ben scritto ed è l' ardita testimonianza di come a volte la vita ci tocca, ci pungola, ci scuote violentemente per spingerci a diventare più forti, per farci morire come topi e rinascere come ciò che siamo davvero, poichè la soluzione non è subire senza lamentarsi, ma lottare strenuamente per la propria libertà; poichè chiunque ha bisogno di una rivincita , riscattandosi dal dolore costretto a subire in vista della più intima felicità.