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Quando il movente inganna
Come ogni giallo seriale ci insegna non c'è possibilità che il protagpnista della serie si rechi in qualunque luogo senza incappare in un omicidio. A questa regola non si sottrae neppure l'iispettore Dalgliesh recatosi nell'isolato promontorio di Larskoken per prendere possesso di un mulino a vento ereditato da una zia. Il poliziotto/poeta riuscirà ad evitare la indagini su un serial killer che terrorizza le donne della zona, invece letteralmente inciamperà nel cadavere di una donna vittima di un altro assassino. A questo punto quantomeno come testimone e potenziale sospettato Adam dovrà accantonare le sue vacanze e lasciaer libero il suo istinto investigativo.
Mi è piaciuto molto questo giallo. E' diverso da altri che ho letto: la cura per i dettagli e le minuziose descrizioni dei personaggi sono tali da fare sembrare questo libro più che un thriller un racconto della vita di un promontorio isolato. Poche case battute dal vento e spesso non visibili tra loro a occhio nudo. Un gruppo di persone che per le ragioni più disparate hanno deciso di vivere isolate. Su tutti tronegia una centrale nucleare, che ha portato le inevitabili preoccupazioni di ordine ambientale. Ha portato, però anche una moltitudine di varia umanità nelle vesti dei dipendenti della grossa azienda. Questo ha alterato le dinamiche esistenti tra gli abitanti originari della zona.
L'omicidio e le indagini sono ben presenti, ma passano quasi in secondo piano rispetto alla descrizione del contesto in cui si svolgono. Molti sono i sospettatiti: tutti credibili e tutti con qualcosa da nascondere. Allo stesso tempo però tutti con un'onestà di base che ce li rende insospettabili e soprattutto con moventi che ci sembrano troppo deboli.
Bello il finale, soprattutto perchè, mi ripeto, il colpevole avrebbe portuto essere chiunque e quindi scoprire chi è mi ha sorpreso. Probabilmente poco adatto a chi ama scene forti e colpi di scena che fanno il botto.