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Uno Holmes senza Sherlock
Caro Doyle, tu sei stato il mio trampolino di lancio del mondo della lettura, e dopo centinaia di libri, nella mia rilettura sei stato in grado di apparirmi ancora migliore di allora. Per me, questo basta e avanza per considerarti un vero e proprio maestro.
Forse questo è, tra i romanzi di Sherlock Holmes, quello più suggestivo. La minuziosità (a volte anche prolissa) con la quale l'ambientazione di questo romanzo viene presentata, ci porta in un viaggio nel bel mezzo dell'immensa brughiera inglese. Veniamo assorbiti da quel paesaggio paludoso, sconfinato, dove la terra umida e la sterpaglia hanno il predominio, avvolte in un grigiore carico di suggestioni. Ci sembra di essere lì, come fossimo al fianco di Sherlock Holmes e del caro Dottor Watson, guardandoci intorno con timore, come se il famigerato mastino infernale potesse sbucare dal nulla e aggredirci senza preavviso.
In questo romanzo, veniamo investiti come al solito dal grande genio dell'investigatore londinese, ma soprattutto da quello del suo creatore. Perché? Andiamo per gradi.
Il penultimo successore di una ricca famiglia, i Baskerville, muore di crepacuore nel bel mezzo della brughiera. Non lontano dal suo corpo, le orme immense di una feroce bestia che pare perseguitare i membri di quella stessa famiglia da secoli, e ribattezzato per questo motivo come il "mastino dei Baskerville".
A indagare su questi misteriosi eventi, e a vigilare sulla vita dell'ultimo discendente, Sir Henry Baskerville, ci sono le nostre due vecchie conoscenze. Beh, non proprio. Ecco qui il genio Doyle: non saranno entrambi a recarsi nella dimora di Dartmoor, bensì il solo Watson. Ebbene sì: nel più famoso romanzo di Sherlock Holmes, quest'ultimo compare per forse meno della metà del tempo in cui si svolgono i fatti. In un certo senso. Ma nonostante la sua assenza come persona fisica, è come se fosse comunque presente in ogni pagina letta. In che modo l'autore faccia questo è un mistero; anche se il caro Dottor Watson ha indubbiamente attinto a piene mani dalla personalità e dai metodi del suo maestro, non è certo lui in carne ed ossa. Eppure, seguendo le vicissitudini del caro dottore durante la sua permanenza al maniero dei Baskerville, e come se Sherlock Holmes fosse accanto a lui, accompagnandolo nella risoluzione di questo intricato e misterioso caso.
Nella incalzante narrazione di Doyle, carica di mistero, intrighi, genio e colpi di scena, leggerete uno dei più bei gialli di sempre. Il mastino esiste o no? Scopritelo, e non ve ne pentirete.
"Quanto più un particolare è esagerato e strano, tanto più merita di venire osservato e meditato con attenzione, e proprio il punto che pare complicare un caso, se debitamente studiato e scientificamente approfondito, è quello che di solito finisce per chiarirlo."
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Commenti
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ho apprezzato molto di più della prima volta... Non ero ancora un lettore abbastanza attento!
Tutti i romanzi di Holmes sono fantastici... Anche gli altri tre... Ma io ho un amore incondizionato per "Uno studio in rosso". Lo amo letteralmente! Sono tutti talmente belli che sceglierne il più bello è una cosa personalissima secondo me.
Vale.
Davvero difficile non amarlo!
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Il "Mastino" è un'esperienza bellissima, non c'è possibilità di resistergli.