Dettagli Recensione
Il cardellino.
"La maggior parte della gente conduce una vita di mite disperazione".
Nonostante questo libro sia lunghissimo, quasi 900 pagine, la lettura non è stata affatto faticosa, la storia di Theo ha inizio nel peggiore dei modi: colti all'improvviso da un forte temporale a New York, madre e figlio trovano riparo all'interno del Metropolithan Museum, lei è amante dell'arte ed in particolare ama il quadro "Il cardellino" di Fabritius, proprio in mostra quel giorno e ne condivide l'immenso amore con il figlio, ma all'improvviso una bomba esplode (attacco terroristico), tutto il mondo di Theo finisce quel giorno, la madre muore e con lei tutto il suo fragile mondo.
Theo ci racconta in prima persona tutto quello che gli accade da quel giorno in poi: il momentaneo vivere con la famiglia ricca del suo amico Andrew, lo strano modo ci conoscere la ragazzina Pippa anche lei l'unica superstite dell'immane tragedia e il restauratore d'opere Hobie, gli unici capaci di comprendono fino in fondo il suo grandissimo dolore, l'incontro che cambierà la sua vita per sempre quello con Boris, colui che diventerà il suo amico, il compagno di mille avventure e che lo inizia all'arte dello sballo con ogni genere di droga, sullo sfondo vigilerà sempre "Il cardellino", una sorta di talismano, che aiuterà Theo a ritrovare se stesso in un percorso lungo e pieno di sofferenza.
"Il quadro mi aveva fatto sentire meno mortale, meno ordinario. Era stato un sostegno, una forma di rivalsa, di nutrimento e di resa dei conti. Era il pilastro che aveva tenuto in piedi la cattedrale. Ed era terribile scoprire, ora che era scomparso all'improvviso, che dentro di me, per tutta la mia vita adulta, ero stato sorretto da questa colossale, crudele, invisibile gioia: credere che la mia intera esistenza avesse trovato il suo equilibrio grazie a un segreto che poteva disintegrarla da un momento all'altro."
Il libro è scritto in maniera superba e racconta il percorso formativo di un ragazzino, pagina dopo pagina, ho sofferto per come il dolore può portare alla completa autodistruzione, mi sono commossa ed ho sperato che alla fine ci fosse per Theo un piccolo spiraglio di vita nuova, di rinascita, l'illusione che il suo cuore potesse accogliere quel poco di bene che la vita ci concede.
"...la vita è breve. Che il destino è crudele ma forse non casuale. Che la Natura (intesa come Morte) vince sempre, ma questo non significa che dobbiamo inchinarci e prostrarci al suo cospetto. Che forse anche se non siamo sempre contenti di essere qui, è nostro compito immergerci comunque: entrarci, attraversare questa fogna, con gli occhi e il cuore ben aperti."