Dettagli Recensione
Un salotto di donne
Thriller dei giorni nostri, anche politicamente parlando. La protagonista è la Presidente (donna) degli Stati Uniti. Uno degli sfondi politici è l’asse Arabia-Iran, il terrorismo islamico post-11 settembre, quindi contesto quanto mai attuale. Capisci subito, dall’incipit, che Madam President ha qualcosa da nascondere, un passato da coprire, e quando viene rapita, in territorio norvegese, il suo destino si intreccia a quello di altre donne co-protagoniste ed il libro diventa una corsa per arrivare a scoprire quali sono i segreti di tutte queste donne. Appena dopo il rapimento tante testimonianze convergono, due uomini, un’auto blu, una donna vestita di rosso, talmente tante che presto si scopre che la volontà è quella di depistare, spostare l’attenzione su altro. Poi avviene la liberazione, in un modo che non ti aspetteresti mai da un thriller pseudo-politico, con protagonista, in alcune pagine, la domestica Marry che è uno dei personaggi minori meglio riusciti all’autrice. La parte che ho più apprezzato è il salotto di donne che si crea nella seconda parte della storia, la presidente, l’ex-poliziotta ferita nel fisico, la poliziotta ferita nell’anima, la bimba, la domestica ed anche altre donne sullo sfondo. Sedendoti fra di loro senti alleanza, senti empatia, anche nei confronti di quella fra di loro che ha scelto una vita da reclusa per tenere lontani i propri demoni. E’ anche un libro che fa riflettere sul tema dell’aborto, tema caro alla cultura americana e che tratteggia anche ritratti molto positivi di alcuni personaggi maschili. La tensione rimane alta ed il finale forse è un po’ deludente, viste tutte le aspettative che il ritmo di lettura aveva creato in precedenza.