Dettagli Recensione
Il bene non esiste. Solo il male minore.
Questa "corposa" ultima fatica di Don Winslow mi ha piacevolmente sorpreso, se non addirittura stupito. C'è da dire che le premesse per attendersi un ottimo libro c'erano tutte, partendo dall'acclamatissimo prequel "Il potere del cane", passando dal fatto che è già in programma un film ispirato al romanzo, e finendo con i commenti entusiasti di grandi maestri come Ellroy e Connelly, e di grandi testate giornalistiche come il New York Times.
Insomma, quando un libro ha successo, qualche volta c'è dietro un motivo reale, un motivo che ho scoperto pagina dopo pagina.
Certo, le pagine non sono poche (quasi 900), ma la lettura è resa fluida dallo stile ottimo e magnetico di Winslow, che nonostante narri una miriade di vicende e introduca tantissimi personaggi (caratterizzati alla perfezione, alcuni dei quali memorabili), mantiene sempre vivo l'interesse.
La storia è coinvolgente e ben scritta, permeata da una buona suspance e ricca di informazioni accurate, che mettono in luce un evidente e approfondito studio da parte dell'autore. Il fatto che questa storia sia ispirata a fatti realmente accaduti, mette davvero i brividi.
Nonostante "Il cartello" sia il diretto sequel del precedente libro di Winslow "Il potere del cane", ci tengo a dirvi che può essere letto anche senza aver nemmeno aperto il prequel, anche se la voglia di leggerlo sarà tanta, quindi tanto vale cominciare da quello, no?
L'ex Re messicano della droga, Adàn Barrera, sta vivendo uno dei momenti più bui della sua vita. Sbattuto in galera dal suo acerrimo nemico, l'agente della DEA Art Keller, ha visto il suo potere dissolversi e la sua organizzazione scindersi nel caos.
Ma non del tutto.
Adàn si prepara con pazienza a riprendere il suo trono, e stavolta non ci sara Keller che tenga.
E' da qui che ha inizio una sanguinosa guerra tra le varie fazioni che si dividono il potere nel traffico di droga in Messico, in cui i veri cattivi sono difficili da individuare e i buoni non esistono. Winslow ci catapulta in un mondo dove il bene assoluto non esiste; dove con certe cose "sbagliate" non si può fare altro che imparare a conviverci; dove il male non lo si può estirpare. Si può solo accettare il male minore.
Il Messico diventa scenario di sangue e dolore, non adatto ai deboli di stomaco, dove il numero di vittime innocenti non si può contare.
"Il cartello" è crudo, intenso, spietato.
La violenza dilaga al punto che anche il lettore vorrebbe che finisse, come se la vivesse, trascinato nel terrore dilagante disegnato dalla penna di Winslow, che vuole rendere il tutto spaventosamente reale. La possibilità che questa possa essere la realtà in cui viviamo fa davvero paura.
Un "piccolo" capolavoro per stomaci forti e palati sopraffini dei thriller/noir contemporanei.
Per concludere, vi rendo partecipi di una domanda che mi è sorta durante la lettura, che soltanto chi conosce quel capolavoro assoluto di serie TV che è "Breaking Bad" potrà capire: se i cartelli della droga in New Mexico hanno solo un pizzico della crudeltà spietata di quelli messicani presentatici ne "Il cartello", come diavolo ha fatto Walter White a non finire morto ammazzato dopo la prima settimana? Heisenberg doveva essere proprio cazzuto, e la meth che cucinava roba da nouvelle cousine.
Da leggere.
"La sua solitudine è come un dolore lieve, una vecchia ferita che non noti più perché ormai è parte di te."
Indicazioni utili
Chi ha visto e amato Breaking Bad.
Commenti
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Vale.
Qui non è "il personaggio" a prevalere sull'attenzione del lettore, né il banale dualismo tra bene e male. Il bene stesso risulta contaminato e non è facile prendere posizione completamente a favore dell'invincibile eroe americano. L'asciutta evidenza della realtà della vita di quei luoghi ci esplode in faccia, e man mano che ci si addentra nella storia, si fa fatica a rimanere estranei al caos che governa il Messico in ogni settore della vita civile. Le stesse storie minime di amore e affetti a contorno che aprono uno spiraglio di normalità, quasi subito risultano contaminate dalla tensione circostante e nascono praticamente già tese e senza speranza.
Da brividi quei pochi ma centrali accenni alla 'ndrangheta. Se pensavamo di essere lontani da Barrera e dai polverosi deserti messicani , beh, ci sbagliavamo.
appena finito di leggere, crudo, crudele, violento... forse e dico forse un pochino troppo lungo... spero solo che in Messico non sia realmente così... in linea generale però mi era piaciuto di più 'Il potere del Cane'... comunque da consigliare
Vale.
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