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Cuore depravato
 
Cuore depravato 2015-12-09 09:26:33 evakant
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
evakant Opinione inserita da evakant    09 Dicembre, 2015
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24 ore per morire

AVVISO: è presente una anticipazione sul finale, che non svela nulla, ma c'è. Eventualmente non leggete le ultime 5 righe.

Sono lontani i tempi della Cornwell in cui i casi appassionavano, raccontavano una storia, raccontavano le vite delle vittime e le vite del carnefici.
Sono lontani i tempi in cui Kay Scarpetta cercava di ridare un volto, una storia, un'anima a dei corpi freddi, mutilati o di cui era stato fatto scempio.
Sono lontane le corse conto il tempo per acciuffare assassini e serial killer che hanno una storia, che hanno forse dei motivi, per quanti beceri, per fare quello che fanno.

Oggi Kay Scarpetta, sopravvissuta ad un tentativo di omicidio da parte della serial killer pazza psicopatica, sadica quale è Carrie Grethen, una sorta di fantasma riemerso dal passato visto che la si credeva morta da anni...è alle prese con una sorta di “24 ore per morire”.

Partiamo dal presupposto che questa pericolosissima serial killer è ancora viva: lo sa Kay, lo sa il suo amico e collega di lunga data Marino, lo sa l'FBI, lo sa la CIA, lo sa la nipote di Kay, Lucy Farinelli (che è stata sua compagna)...lo sa tutto il mondo, ma questa è libera di scorrazzare per il mondo a sua discrezione: ruba identità, si intromette in qualsiasi data base, server, posta elettronica che sia dell' FBI o della difesa. Rapisce e ammazza poliziotti, agenti e persone comuni come se rubasse caramelle, senza lasciare traccia e in modo assurdo, senza fare un solo rumore, le vittime si dissolvono nell'aria cose fumo.
E ovviamente nessuno fa nulla.

In queste 24 ore di racconto (sì 400 pagine per 24 ore) “Carrie la pazza” (forse un riferimento a King?) prende di mira direttamente la nostra Kay, per prendere di mira indirettamente la nipote Lucy...ma anche qui non è ben chiaro se ce l'abbia con una o con tutte e due.

La base di partenza è sempre un omicidio efferato che porta poi a tutta una serie di ragionamenti e alla “corsa contro il tempo” finale. Comunque inutile.

Dunque: la trama è inverosimile, irreale. I personaggi sono ormai delle caricature di se stessi.
Lucy Farinelli è una donna ex agente FBI, ex tutto, che vive blindata e armata fino ai denti con compagna e figlio adottivo, sembra un rambo in gonnella, capace di guidare aerei, elicotteri, barche, qualsiasi tipo di mezzo a motore, e ovviamente sfondata di soldi.
Kay Scarpetta è il capro espiatorio di tutta l'intelligence statunitense, integerrima, fredda, meticolosa, che in situazioni estreme sta 3 capitoli a fare analisi assurde.
Benton Wesley, marito di Kay e capoccia dell'FBI è una specie di monaco buddista che nulla e nessuno riesce a smuovere, nemmeno se in pericolo c'è la sua famiglia.
Pete Marino è l'unico che è ancora uguale a se stesso, per fortuna.
Carrie la pazza invece c'è e non c'è. Aleggia su tutta la storia ma non compare praticamente mai, se non in video registrati 15 anni prima.
Sarebbe stato molto più interessante offrire un'analisi della mente di questo soggetto, perché lo fa, cosa la spinge, vedere il suo “punto di vista”, avrebbe arricchito molto la storia.
Invece no, l'eroina senza macchia e senza paura è Kay Scarpetta. Sempre.

Il finale è frettoloso, richiama un po' la conclusione de “Il silenzio degli innocenti” con la caccia al serial killer di Clarice Starling negli interrati della casa del mostro, attraverso stanze e cantine segrete, solo che qui è come dicevo frettoloso (forse 2 paginette) anche se molto simile (cantine e stanze segrete di una casa antica, al buio, con una vittima ancora in bilico tra la vita e la morte).

La caccia non porta alla cattura della preda, banale espediente per iniziare il prossimo romanzo della nostra Cornwell. Si era già capito a pagina 50 che non si sarebbe arrivati a nulla.
Lo stile è anche abbastanza accattivante e la storia sembrerebbe avvincente, se portasse ad una conclusione.

Insomma: mediocre.

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