Dettagli Recensione
Lisbeth&Blomkvist la vendetta
In questo secondo capitolo troviamo ancora i personaggi che abbiamo lasciato nella prima parte.
Mickael Blomkvist, Lisbeth Salander ecc...ma diciamo che i protagonisti sono sempre loro.
Molte cose sono cambiate nell'anno trascorso dopo la bufera dell'affare Wennerstrom e la scomparsa ed il ritrovamento di Harriet Vanger...Blomkvist è diventato una sorta di celebrità nel jet set scandinavo per il suo libro-denuncia, è tornato alla direzione di Millenium e la sua carriera è ancora in forte ascesa.
Lisbeth Salander è sparita nel nulla...da quando è diventata improvvisamente più che benestante grazie alla sua abilità di hacker ha girato il mondo, si è rifatta il seno, ha comprato una casa nuova e un'auto.
Ma i guai per lei non sono lontani.
Millenium nelle sue inchieste scomode si sta occupando del "traffcking" e dello sfruttamento della prostituzione in Svezia...commercio fiorente che investe non solo criminali spietati, ma anche poliziotti, politici e giornalisti.
È proprio nel momento in cui Lisbeth viene a sapere di queste indagini che iniziano i guai (e la parte avvincente del romanzo)...Una criminologa e un giornalista free lance che collaboravano con Milleniun vengono uccisi... e si sospetta che la colpevole sia proprio la bizzarra Lisbeth...
Chiaramente la vera parte interessante del libro inizia qui.
Prima, se devo essere sincera, l'autore si perde un po' in chiacchiere...dalle vacanze di Lisbeth ai Caraibi sino alle varie digressioni su chi mette le corna a chi all'interno di Millenium...oltre a spiegare molto brevemente di cosa tratta la nuova indagine di Millenium...
Diciamo che le prime 250 pagine del libro sono un susseguirsi di fatti più o meno interessanti, ma senza che succeda nulla degno di nota...anche se si intuisce subito a naso che il misterioso "Zala" che spunta qua e là nelle indagini di Blomkvist e soci sulla prostituzione sarà in qualche modo chiaramente legato a Lisbeth Salander.
Sicuramente un testo che, pur contando quasi 800 pagine, si lascia leggere, avvince grazie alle capacità narrative dello scrittore e presenta lo spunto della nuova indagine di Millenium come una trovata abbastanza originale.
Quello che non è più originale, a mio avviso, sono i personaggi che diventano o grotteschi nelle loro caratteristiche, oppure molto simili l'uno all'altro. E quindi poco credibili.
Lisbeth Salander diventa una specie di cyborg in grado di entrare nel computer di chicchessia e carpirne i segreti praticamente solo col pensiero, di sgominare due energumeni enormi e armati a mani nude...lei che è un metro e cinquanta per 40 kg, di entrare in qualsiasi proprietà privata senza difficoltà alcuna, di neutralizzare qualsiasi sistema di allarme.
La sua personalità qui appare ancora più deviata, disturbata e dark, cosa che non succedeva nel primo capitolo, in cui si evinceva che fosse una ragazza molto particolare e introversa, ma non così disadattata e compiaciuta dell'esserlo, insomma un ritratto psicologico del personaggio che è diventato un po' troppo uguale a se stesso e che cerca nel sensazionale di portare qualcosa di nuovo.
Mickael Blomkvist in questo volume passa un po' in secondo piano ma come sempre è invischiato in diverse relazioni amorose, gliene capitano di tutti i colori, tutte a lui, dal trovare i cadaveri dei collaboratori fino a ad imbattersi in aggressioni ed inseguimenti ai danni di Lisbeth Salander...insomma sta sempre al posto sbagliato al momento sbagliato (o narrativamente parlando al posto giusto al momento giusto).
Insomma troppe coincidenze, troppo forzate.
Per il resto una serie di altri personaggi che si somigliano un po' tutti, i buoni sono buoni, i cattivi sono cattivi ma 90 su 100 veramente ingenui e disorganizzati, un po' degli idioti, diciamocelo... solo Lisbeth sembra cattivissima ma in realtà non lo è...o meglio, non del tutto.
A mio avviso poi per leggere questo secondo capitolo non è nemmeno necessario aver letto "Uomini che odiano le donne" visto che il succo viene riportato in diverse parti del romanzo, diversi sono i richiami, ma non criptici.
Forse solo il personaggio di Mickael Blomkvist è tratteggiato meno bene che nel primo capitolo e quindi potrebbe sembrare una mancanza dell'autore.
In definitiva... è comunque una lettura piacevole, ben strutturata e avvincente (soprattutto da pagine 350 in poi) ma che scade un po' nel trash e ricama un po' troppo sulle "doti" dei personaggi che in questo modo perdono di credibilità, cosa che non succede nel primo capitolo della trilogia.