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Mica male quel ciccione dell'argentino
Un omaggio a Stan Laurel e Oliver Hardy, al mondo del cinema con le sue luci e molte ombre e soprattutto al grande Chandler e al suo personaggio Marlowe. Una strana indagine che vede affiancati Marlowe e il ciccione argentino, cioè Soriano nei panni di se stesso, un simpaticissimo personaggio che non mastica una parola di inglese e a cui Marlowe si rivolge in castigliano. Io penso che il romanzo sia iniziato così, come un'indagine sul perchè due bravi attori come Stalio e Olio a un certo punto non abbiano più trovato uno straccio di lavoro. Ma poi l'incursione nel mondo del cinema si è trasformata in un'incursione nel mondo della letteratura: un'incursione per il gusto dell'incursione in cui anche un ciccione come Soriano che magari si alza si e no dalla sedia può prendere a botte terribili gangster, può puntare un mitra contro qualcuno, può saltare su un treno in corsa, viaggiare attaccato al tetto del treno come un agente 007, venire rapito, rapire, minacciare attori del cinema, fare inseguimenti rocamboleschi il tutto scambiandosi battute con il più simpatico investigatore di tutti i tempi, quello che non riesca mai a riempirsi le tasche. A un certo punto ci ha messo pure una bionda in mezzo, già che c'era, ma con poca convinzione. Il mondo del cinema in ogni caso sembra peggio di quello della letteratura.