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La rinascita di un uomo
Sono un appassionato di Grisham, ho letto molti libri, famosi come Il cliente e La giuria che hanno ispirato due film di successo, a quelli meno noti come La convocazione. Non posso dire che Il testamento mi ha colpito di più di altri ma sicuramente è al livello dei due menzionati se non superiore per alcuni aspetti. Innanzitutto la trama: un multiliardario muore lasciando un’eredità di 11 miliardi di dollari a una figlia illeggittima che nessuno conosce, neanche il suo fidato avvocato nonché esecutore testamentario. Mogli e figli non hanno niente, se non i secondi ai quali spettano i soldi per coprire i debiti, pochi milioni, solo briciole. L’autore descrive puntigliosamente e con provata perizia i profili dei “non eredi” e i loro familiari. Ma altrettanto egregiamente descrive l’avvocato Nate O’Riley, incaricato di rintracciare l’erede sconosciuta e il viaggio in una regione brasiliana, Pantanal, dove si vive in modo diametralmente opposto a come si vive nell’Occidente del mondo, nei cosiddetti paesi civili. Al di là della consolidata bravura di Grisham nel descrivere cause giudiziarie da far capire anche un bambino, colpisce la storia di Nate che assume pian piano primaria importanza anche rispetto alle tante operazioni legali degli avvocati dei “non eredi” per invalidare il testamento. Una grande umanità cola dalle circa 500 pagine del romanzo ricordando a tratti il protagonista dell’Uomo della pioggia. Spesso ho dovuto impormi di interrompere la lettura altrimenti avrei potuto finirlo in due-tre giorni. Un libro da non perdere per gli amanti del genere ma anche per chi non ha mai letto niente di Grisham.