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Storia, enigmi, leggende. C'è troppo di tutto
Autunno del 1787, Praga. La città è in attesa per il debutto del “Don Giovanni”, ultima opera dell’eclettico compositore viennese Wolfgang Amadeus Mozart, dopo il grande successo delle “Nozze di Figaro”. Anche l'avventuriero italiano, Casanova è giunto direttamente da Venezia e con il suo amico, il librettista Lorenzo Da Ponte, è ansioso di partecipare alle feste organizzate per l’occasione. Il capo del Consiglio di Giustizia di Praga, Karl Maria Von Weber, organizza ronde per vegliare sulla città e sull’incolumità delle varie autorità che interverranno ad assistere allo straordinario evento.
Una serie di delitti disturba la quiete dell'aristocrazia, quando ogni cadavere ha uno stralcio di un antico manoscritto con citazioni in una lingua sconosciuta ed incomprensibile. Al manoscritto è accompagnato un disegno che rappresenta le modalità dell'omicidio. Le indagini riconducono proprio a Mozart, inizialmente come indiziato, anche per le sue stravaganti frequentazioni, ma infine dall'indagine emerge che è proprio lui la vitta predestinata a conclusione di questa serie di omicidi.
Inquadrandola dal punto di vista storico, ci troviamo in giovane Praga poiché solo tre anni prima era stata proclamata città dalla fusione di quattro città indipendenti. C'è ancora molta diffidenza tra il popolo ed il governo e questo non aiuta lo scorrere delle indagini. Casanova invece proprio in quell'anno scriveva l'Histoire, che sarebbe bello pensare che includano anche in parte questo racconto.
Il thriller storico è sicuramente il genere che più preferisco perché unisce il brivido del romanzo giallo con il fascino di quello storico. Fascino che però non ho subito, brivido che però non ho provato.
Lo stile di Crane non ha saputo catturare la mia attenzione neanche sui personaggi principali specialmente nel pavido sovraintendente con le sue indagini che fanno acqua da tutte le parti e con il suo giovane sub alterno spesso di maggiori principi morali e più intuitivo. Il romanzo parte bene ma perde subito di interesse. La trama, come l'indagine, è altalenante comincia a diventare interessante verso la fine, quando il mistero giunge al suo apice. Si conclude con un buon finale ma ormai inutile ai fini della piacevolezza del romanzo.
Leggermente più interessanti sono i contenuti, non solo per la vita di Mozart ma ho trovato notevole l'evocazione dell'antica leggenda ebraica del Golem che ha dato un tratto un po' più interessante alla storia.
La sensazione è che l'autore si sia sforzato in una trama particolarmente complessa e piena di enigmi, come se questo fosse essenziale per una trama piacevole ed interessante. Mi perdonerete per il paragone ma purtroppo lo stile di Jose Rodrigues dos Santos è inimitabile.