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Il vangelo secondo Gibbins
Non è un libro di azione, perchè ce n'è poca e quella poca non è molto credibile. Non è un romanzo storico, perchè la storia è frammista alla fantasia. Ho l'impressione che Gibbins abbia volutamente esagerato per cavalcare l'onda di romanzi che prima di lui hanno fatto ricostruzioni fantasiose sulla nascita del cristianesimo. Così, partendo ha uno scavo archeologico, Jack Howard si è inoltrato in cunicoli ed in caverne sparse in tutto il globo che puntualmente hanno portato il geniale protagonista a fare scoperte incredibili. Reperti di inestimabile valore gli cadono letteralmente tra le mani e gli permettono di riscrivere parte della storia, nonchè di far tremare nientemeno che le più alte cariche del Vaticano.
Gibbins è un archeologo e quindi possiamo supporre che le sue ricostruzioni abbiano basi solide. Nonostante questo mi senbra che si sia spinto un pò troppo in là nell'immaginare poteri sotterranei e complotti internazionali. Le ricche ricostruzioni storiche sono certamente accurate, ma a volte avrebbero potuto essere più sintetiche a beneficio della scorrevolezza del testo. La continua interposizione tra realtà ed ipotesi, rende spesso difficile capire quando parla di fatti accertati e quando corre sulle ali della fantasia,
Evito di commentare il modo in cui l'Italia viene rappresetata nel romanzo. Da uno che si occupa di ricerca mi sarei aspettato che andasse oltre i luoghi comuni.