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LA VITA OLTRE LA...VITA
Inizio con il dire che è uno di quei libri che ti mette al pari con il mondo, specie se prima di questo hai faticato a finire "Il calice della vita" di Glenn Cooper.
Sì sa, senza le giuste motivazioni, non si riesce a fare nulla: David Raker, ex giornalista, prende forza dalla sua debolezza (morte dell'amata moglie) per reagire, e unendo l'utile al dilettevole (gli piace trovare persone scomparse, a ognuno il suo insomma...) accetta un incarico, all'apparenza impossibile, da parte dell'amica della moglie, che dice di aver visto suo figlio, nonostante fosse scomparso (in tutti i sensi) qualche anno prima. Da qui nasce la storia, caratterizzata da inseguimenti e appostamenti, personaggi strani e indecifrabili, da tanti dubbi e poche certezze...
Lo STILE pressoché vincente: descrizioni mai banali e fini a se stessi; capitoli che finiscono sempre con un piccolo colpo ad effetto che ti spingono a leggere quello successivo; niente di quello scritto è casuale; ogni domanda trova la sua risposta nel corso del libro; finale ad effetto e imprevedibile sotto ogni i punti di vista. Ma, soprattutto, ciò che più mi ha entusiasmato, è la "confessione" del colpevole, che spiega tutto e che risponde a tutte le domande.
Di conseguenza il CONTENUTO è ottimo, mai banale ma nemmeno di difficile comprensione. Dato che la suspense è sempre alta, e che ci sono anche dei momenti di azione, il rischio di sconfinare nel surreale l'ha corso più di una volta, senza, per fortuna, riuscirci.
Inutile, quindi, dire che la PIACEVOLEZZA del libro è altissima, in considerazione della scorrevolezza con cui è scritto, l'ottima alternanza di momenti descrittivi e dialoghi; dialoghi anch'essi mai banali. E poi l'idea del Progetto Calvario, seppur inventato di sana pianta, ha un suo perché, e ti lascia anche qualche riflessione, riguardanti soprattutto sul vero perché le persone si allontanano da casa.
Insomma, il libro di uno scrittore esordiente (all'epoca della stesura del libro) che sa bene come tenere il lettore attaccato alle pagine del suo libro, introducendo, all'interno dello stesso, tutte le caratteristiche principali di un ottimo libro, con un qualcosa in più che lo rende più reale e più vicino a chi lo legge: la malinconia. Che non appesantisce la storia ma, che anzi, gli dà una spinta in più.
Prologo a parte, non è così palese, ma traspare dalle parole, dai gesti, dalle azioni del nostro protagonista. Nonostante ciò, non vi troverete mai tratti noiosi o pesanti che non vedrete l'ora di superare.
Infine, volendo azzardare un paragone televisivo, si può dire che lo svolgersi della storia ricorda The Following, mentre il personaggio è una sorta di Ryan Hardy in salsa british!
PS: ho già iniziato il secondo libro della trilogia e in pochi giorni sono arrivato a metà...il ragazzo ci sa fare!!!