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IL PRIMO TASSELLO DELLA TRILOGIA DI MILLENIUM
La carriera di Mickael Blomkvist, giornalista, sembra essere ad un punto di non ritorno, sta per colare a picco…caporedattore della famosa rivista Millenium ha pubblicato delle rivelazioni sul finanziere Wennerstorm che si sono rivelate frutto di un abile bluff e viene quindi condannato per diffamazione dallo stesso finanziere. E rimedia per questo tre mesi di carcere. Nel frattempo il giornale stesso è messo sotto accusa e rischia di chiudere per mancanza di inserzionisti e quindi di fondi.
Nello stesso tempo Mickael riceve una proposta strana quanto assurda.
Un magnate dell’industria svedese, Henrick Vanger, ormai anziano e ritiratosi a vita privata lo contatta per portare avanti le indagini sull’omicidio, avvenuto ormai circa quaranta anni prima, della nipote adorata Harriet…un mistero che la polizia e lo stesso Vanger in tanti anni non sono riusciti a scoprire, un mistero che sembra il delitto perfetto: nessun movente apparente, nessuno corpo ritrovato, una ragazza sparita e naturalmente nessun assassino.
Solo qualcuno che ogni anno, all’anniversario della scomparsa di Harriet manda a Vanger un quadretto con un fiore essiccato, come era solita fare la nipote da ragazzina.
Mickael è disilluso, più volte cerca di far capire a Vanger che questa è un’assurdità, ma alla fine si lascia convincere a lavorare per un anno al caso non tanto dal compenso, pur molto alto, ma piuttosto dalla proposta di Vanger di portargli la testa di Wennerstorm su un piatto d’argento: ovvero le prove per inchiodarlo in maniera definitiva e svelare il suoi loschi traffici.
Parallelamente scorre la storia di Lisbeth Salander, giovane hacker ventiquattrenne, un personaggio che definire borderline è poco, una ragazza solitaria, asociale, apparentemente del tutto priva di scrupoli o sentimenti, dall’aspetto inquietante per la maggior parte delle persone: piercing, tatuaggi, sempre vestita di nero…
Nella vita fa la ricercatrice…ovvero conduce le ricerche su determinati personaggi, indicatigli dal suo datore di lavoro, e conosce tutto di loro, grazie alle sue doti di hacker, vita morte e miracoli…un giorno si ritroverà ad indagare su Mickael Blomkvist.
Le loro strade si incontreranno quando Mickael arriverà, nelle sue indagini, ad una svolta sulla morte di Harriet… e avrà bisogno di qualcuno che sappia scoprire anche il più piccolo segreto…
Le indagini quindi proseguono, nel frattempo la rivista Millenium rischia sempre di più, per salvarla Henrick Vanger decide di entrare a far parte del consiglio di amministrazione…alla notizia di novità sulla scomparsa di Harriet accusa un malore, ma nel frattempo Mickael e Lisbeth stanno scoprendo segreti, misteri e altarini della numerosa e facoltosa famiglia Vanger che nemmeno nella loro più torbida immaginazione potevano concepire…la realtà sta superando in modo macabro e inaspettato la fantasia…
Tutti in famiglia hanno segreti, scheletri nell’armadio che stanno saltando fuori grazie alle capacità di Lisbeth e dei suoi amici hacker.
Il finale è un crescendo di avvenimenti tragici, macabri e inaspettati…fino al finale a sorpresa…la fine di Harriet di saprà a circa 100 pagine dalla fine, poi l’attenzione sarà rivolta al caso Wennerstorm e alla rivinciata di Mickael.
Ma gli uomini che odiano le donne chi sono?
Che cosa c’entrano?
In realtà il titolo di questo romanzo (dalla ragguardevole mole, 676 pagine) esce fuori da alcune considerazioni di Lisbeth a proposito di molti (quasi tutti) gli uomini che ha incontrato nella sua vita.
Primo tra tutti il suo nuovo tutore (Lisbeth infatti è sotto tutela benché maggiorenne a causa di alcuni piccoli reati e della sua tendenza asociale) che si rivelerà un pazzo sadico, per poi arrivare a diversi membri della famiglia Vanger, tra filonazisti, sadici e serial killer c’è solo l’imbarazzo della scelta, tutti però sembrano odiare le donne per come le maltrattano, seviziano e, a volte, uccidono.
E Lisbeth non sopporta questi individui…e sa come sistemarli…
Un romanzo che nonostante la mole scorre veloce, intrigante e avvincente, queste quasi 700 pagine volano via veloci e per nulla pesanti, i contenuti sono vari, la narrazione non si focalizza troppo su particolari o scene troppo scadenti nel macabro (e ce ne sarebbero…) ma cerca piuttosto un ritmo e una suspense in grado di incollare il lettore al libro.
Nella parte iniziale si resta un po’ perplessi forse fuorviati dal titolo che presagisce un certo tenore della storia, che invece parla di frodi finanziarie e affari loschi…la narrazione decolla quasi subito, per poi rallentare e conoscere un attimo di stanca a metà del volume, nel finale recupera con colpi di scena veloci e inaspettati.
La trama non è originalissima…diciamo che già all'inizio si intuisce cosa c’era dietro all’invio annuale dei fiori secchi a Vanger… e parallelamente il personaggio di Martin Vanger (fratello di Harriet) non mi era sembrato così innocuo e pacioso…
Nonostante ciò un romanzo avvincente, ben scritto, che ho letto con piacere.