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L'Allende che non ti aspetti
Benchè leggendo la quarta di copertina ci si aspetti di accingersi un thriller "classico", così non è. Chi è in cerca di serrati colpi di scena, scene truculente o indagini al limite della logica deve rivolgersi ad autori più noti ed avvezzi a questo genere letterario. In realtà questo è un romanzo - a mio avviso molto piacevole da leggere - che deve la sua fortuna alla caratterizzazione dei personaggi ed allo stile narrativo dell'autrice. Non si può non provare simpatica per Amanda, provare desiderio di conoscere una donna come Indiana o non lasciarsi coinvolgere dalle pene amorose dei spasimanti di quest'ultima.
Tra l'altro "Il gioco di Ripper", che dà il titolo all'opera, è presente solo in alcuni brevi capitoli e non risulta sufficientemente caratterizzato.
Solo nelle ultime 200/150 pagine è possibile scorgere la vena poliziesca di questo romanzo che, per questo, risulta talmente raffazzonata e desiderosa di arrivare ala fine da sfociare nell'inverosimile. Come può un manipolo di adolescenti, che non si sono mai visti o conosciuti nella vita reale, superare i mezzi e le competenze dell'intero corpo di polizia? Eppure il mistero verrà svelato proprio da questi ultimi grazie a delle deduzioni nate dal nulla, non ancorate a dati oggettivi e che, pertanto, lasceranno l'amaro in bocca a chi di polizieschi se ne intende.
Tirando le somme è senz'altro un buon romanzo, dalle (sbiadite) tinte noir, che racconta con piacevolezza le vicissitudini spesso ironiche di una famiglia e che vira poi repentinamente sul lato thriller solo verso la fine con gli (scarsi) risultati che vi ho appena descritto.
Un romanzo da leggere, piacevole e dallo stile scorrevole, tenendo ben a mente i limiti anzidetti.
Indicazioni utili
- sì
- no