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Tempi glaciali
 
Tempi glaciali 2015-09-30 12:33:30 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    30 Settembre, 2015
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L'afturganga convoca Adamsberg in Islanda

Nuova inchiesta per il Commissario Adamsberg, l'ottava tradotta in italiano.
Questa volta l'Anticrimine, guidata dal commissario "spalatore di nuvole" è chiamata a risolvere un complicatissimo caso che, inizialmente, si presente solo come un banale (ma strano) suicidio di una donna, ammalata terminale, la quale, dopo aver sprecato le sue ultime forze nel tentativo di recapitare una lettera, viene trovata, vestita di tutto punto, immersa nella vasca da bagno e con le vene tagliate. Nessun biglietto, nessuna ragione di uccidersi per una donna ancora disperatamente attaccata alla vita, e un misterioso segno (una specie di 'H' sghemba) tracciata con un rossetto ai lati della vasca.
A partire da quel segno, un incomprensibile filo conduttore porterà Adamsberg ed i suoi ad identificare altri tre assassinii camuffati da suicidi. L'indagine a questo punto oscillerà tra due filoni di ricerca: uno collegato a fatti di dodici anni prima, quando una comitiva di turisti francesi s'era trovata bloccata per venti giorni su un isolotto islandese al di sopra del circolo polare artico e due di essi avevano perso la vita in modo ignoto; l'altro collegato ad una strana associazione di studi su Robespierre, ove settecento persone rievocano, in costume, le sedute della Convention nationale ed i discorsi ivi tenuti durante il Terrore.
Come al solito la soluzione giungerà ad Adamsberg attraverso vie inconsuete e del tutto aliene alla normale logica. In questo caso pure una misteriosa e mostruosa entità portatrice di una nebbia fatale (l'afturganga, in islandese) sembrerà metterci lo zampino (o la feroce zampaccia), ma, stavolta, per aiutare alla soluzione del caso.
Su una cosa non penso possano esistere dubbi: Fred Vargas è una scrittrice di gran classe e di enorme talento. Ho appena chiuso sull'epilogo di questo libro ed il primo aggettivo che mi viene in testa per descriverlo è "sensazionale".
In uno stile impeccabile e fluidissimo l'autrice descrive situazioni e personaggi in modo veramente superbo. Le atmosfere sono accattivanti e ammalianti, i personaggi, per chi già li conosce, sono sempre più chiaramente delineati con tutti i loro chiaro scuri, dal coltissimo e cerebrale Danglard, alla enorme fortissima, pervicace, ma anche fedele Retancourt, al simpaticissimo post-rivoluzionario Louis.
L'intreccio è particolarmente complesso ed intricato (come una matassa di alghe secche, dice Adamsberg), ma la narrazione avvince e non confonde il lettore.
Se proprio uno volesse trovare un difetto nel libro (a mio giudizio il migliore della serie) è la necessità di conoscere, per precedenti letture, i vari attori del dramma che viene rappresentato in questo volume, per poter godere in modo più pieno dei delicati equilibri e dei rapporti, spesso conflittuali che si instaurano tra di loro. Come notazione finale, debbo osservare che talvolta l'autrice gioca sui significati francesi delle parole determinando, in alcuni casi, una perplessità nel lettore italiano, ma è un difetto da poco (stante anche la somiglianza tra le due lingue e l'intuitività di certi parallelismi effettuati).
Conclusivamente il libro è un'ottima lettura, non solo come giallo di qualità, ma come libro di narrativa in genere.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
il ciclo dei romanzi del commissario Adamsberg e, in genere i volumi di Fred Vargas, ma anche a chi, genericamente, vuol leggere un libro di ottima qualità narrativa.
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