Dettagli Recensione
Buoni incubi!
Leggere ciò che scrive Chuck Palahniuk non è per niente semplice, o meglio, non è per niente semplice leggere Chuck Palahniuk. Mi spiego meglio.
Lo stile è molto lineare, scorrevole e la chiarezza espositiva non lascia spazio a possibili malintesi. I suoi libri solitamente si leggono abbastanza velocemente. L’unico “ostacolo” è l’approccio di fondo: una visione molto nichilista del mondo, dissacrante e politicamente scorretta. L’autore non si fa alcuno scrupolo a sbatterci in faccia tutto il marciume, le perversioni, le bassezze dell’essere umano. Ci rivela senza tanti giri di parole verità sconcertanti con le quali siamo costretti a confrontarci, a riconoscerle come parte integrante del nostro vivere. Leggere Palahniuk è difficile perché è come leggere se stessi, guardarsi allo specchio e riconoscere la nostra parte peggiore, quella che spesso non si vede perché ci impegniamo a tenere ben nascosta.
Se venissimo a conoscenza di un potente canto africano in grado di uccidere le persone, anche a distanza e senza spargimento di sangue, useremmo questo potere? La maggior parte di noi risponderebbe di no. Ma siamo sicuri sia davvero così? Un potere del genere, dal quale dipenderebbero le sorti dell’umanità intera, eserciterebbe un pericoloso fascino anche sull’uomo più insospettabile. È quello che avviene con i protagonisti di Ninna Nanna, uomini e donne alla deriva, con un passato tragico e irrisolto alle spalle. Contrariamente ad ogni ipotesi buonista e rassicurante queste persone non solo sceglieranno di usarlo ma lo faranno in modo così incontrollato, da restare vittime di una sorta di mania di onnipotenza.
Se conoscete Death Note (manga e anime giapponese) non potete non pensare al suo protagonista, Light Yagami. Egli entra in possesso di un Death Note, un quaderno tramite il quale è possibile uccidere le persone semplicemente scrivendone il nome. Inizialmente il protagonista lo usa per eliminare dalla terra i criminali più pericolosi, poi coloro che egli reputa deleteri per la società, in seguito chiunque cerchi di ostacolarlo. Ma chi decide cosa è giusto o sbagliato? Come può un semplice uomo ergersi a giudice supremo e discernere in modo assoluto il bene dal male? Il manga ci fa vedere quanto un improvviso e illimitato potere possa deviare la mente umana al punto da farle perdere di vista ogni morale, anzi a crearne una propria, completamente distorta dalla follia. Palhaniuk fa lo stesso con Ninna Nanna, ma senza mezze misure.
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Commenti
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P.S: hai ragione ci sono dei manga che meriterebbero più attenzione perché non hanno nulla da invidiare ad altre opere letterarie!
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ho letto quasi tutti i libri di Palahniuk, mi mancano appunto Ninna Nanna e Cavie. Con la tua recensione su questo libro e il paragone con Death Note mi hai davvero invogliato a leggerlo! Adoro Death Note e amo i manga sono felice che anche qui su qlibri vengano nominati ogni tanto :-)