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Il segno
 
Il segno 2015-09-28 14:45:05 pirata miope
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
pirata miope Opinione inserita da pirata miope    28 Settembre, 2015
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EFFETTO MOCKUMENTARY

L’assalto alle Torri gemelle avvenuto 11 settembre 2001 ha traumatizzato e cambiato il mondo, nel romanzo di Sarah Lotz l’evento sconvolgente, tale da portare l’umanità sull’orlo del baratro, non è confrontabile con nessun accadimento storico, in quanto non ha una spiegazione razionale. Quattro aerei di linea di schiantano al suolo in luoghi diversi del pianeta, senza che si possa ricostruire la dinamica dell’incidente; altrettanto inspiegabile, data la condizione dell’apparecchio, è la sopravvivenza di tre, forse quattro bambini. E un avvertimento inviato da Dio, il segno evidente che la fine del mondo sta per arrivare? Il romanzo lascia in sospeso l’inquietante interrogativo, rinuncia all’investigazione sul fatto motore dell’intreccio come ci si aspetterebbe, soffermandosi piuttosto sul logoramento psicologico dei familiari di tre fra le vittime dell’incidente, costretti a prendersi cura dei fanciulli sopravvissuti in quanto parenti più prossimi. La tensione è generata dal fatto che nessuno dei piccoli appare nei comportamenti e nei discorsi quale era prima della tragedia. E allora chi sono? Sono i messaggeri di qualcuno o il segno di qualcosa? Il dramma intimo vissuto di chi vive accanto ai “Tre” salvati ha come sfondo le condizioni di vita di un’umanità sempre più preda di fanatismi e follia. La trama in sé è dunque ben orchestrata, a lasciare perplesso chi scrive è la struttura scelta dalla Lozt con l’artificio di una giornalista, Elpesth Martins, intenzionata a raccogliere dati e informazioni per ricavarne un libro. A distoglierti dall’angoscia indispensabile per gustarti un testo del genere è il continuo mutamento di scenario, l’alternanze di testimonianze, l’utilizzo di dialoghi, la trascrizione letterale di chat e di interviste. In altre parole l’effetto verità a cui l’autrice evidentemente mira fa pensare al mockumentary ovvero al falso documentario genere cinematografico utilizzato sugli schermi per presentare eventi fittizi come se fossero reali. L’espediente sullo schermo funziona, ha una sua efficacia, ma sulla pagina? La questione è aperta….

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Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
a chi ama al cinema il genere mockumentary.
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