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SPAVENTOSO
Come per la maggioranza dei romanzi pubblicati da Stephen King, “Le Notti di Salem” è un libro stilisticamente impeccabile, in grado di catturare l’attenzione del lettore e di tenerlo incollato alle pagine. A Jerusalem’s Lot esiste il male, è vero. Male che, però, non è costituito solo dai mostri succhiasangue che si aggirano di notte per le sue strade: King ci mostra che l’oscurità è presente nel cuore e nell’essenza degli stessi abitanti. Dietro alle porte chiuse del paese si nasconde violenza e corruzione.
Il lettore rimane in tensione e dubita sul fato ed il futuro dei personaggi. I personaggi, poi, sono umani e complessi.
“Le Notti di Salem” rappresenta un omaggio da parte di Stephen King nei confronti del celebre “Dracula” di Bram Stoker, anche in questo caso l’orrore della figura del vampiro è rappresentato in tutto il suo fulgore: Barlow è una figura assolutamente malvagia e assolutamente affascinante, così come il suo inquietante servo Staker.
Il libro si compone praticamente di cinque parti. C’è un prologo, che trova la sua ragione a fine romanzo, quando si capirà di cosa si sta parlando. C’è poi la storia in sé, composta da tre parti, con ogni parte divisa in capitoli, ma non numerati, bensì titolati coi nomi dei personaggi protagonisti di quella parte della storia. Infine un epilogo, a mo’ di diario. E poi quello che Stephen King ha chiamato "Il bicchiere della staffa", ambientato qualche anno dopo la fine della storia, e per concludere una parte epistolare, in cui l’autore ha voluto rendere omaggio al Dracula di Bram Stoker, che tratta degli antefatti della storia.
Il romanzo, però, può presentare alcune pecche: la storia è a “costruzione lenta” (bisogna leggere parecchie pagine prima di arrivare alle parti caratterizzate dalla massima tensione drammatica). Tutta la storia, come ha anche sostenuto King nella sua introduzione, è un crescendo di orrore, che prende il lettore per non lasciarlo più. Le notti di Salem spaventa perché il sovrannaturale è centellinato. In piccole dosi. E per questo motivo l’intera storia diviene credibile, vera. Non è più un romanzo, ma la vita reale narrata pagina dopo pagina. Non è la solita storia dell’orrore, dove sangue e fantasmi vengono spiattellati senza un perché. Qui un perché esiste, è tangibile. Il lettore lo avverte riga dopo riga. Ogni scena descritta ha una sua spiegazione, pensa il lettore, una spiegazione che trova riscontro nella logica e nel rifiuto ad accettare fenomeni che oltrepassano i limiti dettati dalla ragione.
L’opera di King rimane comunque un ottimo romanzo, veramente gradevole da leggere.
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Commenti
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Ciaooo
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Ciao buone prossime letture
Mariangela