Dettagli Recensione
Mr. Skoda
Quella copertina. Mi aveva lasciato immaginare un thriller con tinte horror da urlo.
Quelle recensioni. Mi hanno lasciato immaginare un flop di proporzioni bibliche.
Alla fine mi sono azzardato a leggere "Mr. Mercedes", e posso dire che il mio personale responso è: nessuna di queste due impressioni è veritiera.
Partiamo dal principio. Potrà anche toppare, ma lo stile di King è unico e non si discute. Le quasi 500 pagine di questo libro vengono via in maniera decisamente scorrevole, si leggono con una facilità inaudita, scadendo raramente nella banalità stilistica. Ultimo ma non meno importante, questo contribuisce a una buona piacevolezza di fondo.
Il vero punto debole (e lo si capisce già solo leggendo la trama) è il plot. Quasi completamente privo di originalità, prevedibile, e in cui i colpi di scena non si contano, perché semplicemente non ci sono. Tutto è ordinario e abbastanza scontato, con qualche esagerazione di troppo in punti in cui non era necessario (anzi, forse controproducente) esagerare.
Detto sinceramente però, ho letto thriller molto peggiori, perciò prima di mandare il caro Re al patibolo, ci penserei su più di due volte.
Un certo Marty Hart, ex detective co-protagonista di una acclamatissima e meravigliosa serie TV, parlando dei detective in pensione, li considera come soggetti ad alto rischio suicidio. "Volete un consiglio? Se volete stare vivi, tenetevi occupati", dice, concludendo la sua riflessione.
Queste considerazioni descrivono perfettamente quello che è il protagonista di questa storia, William Kermitt Hodges, detective in pensione che si è lasciato andare e medita il suicidio. L'adrenalina del lavoro sul campo gli manca troppo, anche se ne è quasi inconsapevole. A "salvarlo", la lettera di uno psicopatico criminale che Hodges non è mai riuscito a beccare, l'autore di un pluriomicidio avvenuto pochi anni prima. L'arma del delitto? Una Mercedes grigia rubata.
Lo psicopatico lo contatterà per indurlo a compiere quel gesto che fino ad allora l'ex detective ha solo meditato, senza forse mai esserne veramente convinto. Otterrà l'effetto diametralmente opposto, regalandogli un nuovo motivo per cui vivere.
Perché Mr. Mercedes vuole spingerlo al suicidio? Per quel motivo che dá una spiegazione incontestabile a tutto: è completamente pazzo. Inverosimilmente pazzo, al punto da risultare, in certi momenti, poco credibile.
Nella caratterizzazione di questo personaggio Stephen King si è preso un grosso rischio; certo, i serial killer fuori di testa sono certamente i più intriganti, ma Mr. Mercedes è pazzo al punto da risultare banale. E arriva il momento in cui ti chiedi, se ti sei preso il rischio di dar vita a un personaggio folle fino a questo punto, non sarebbe stato meglio provare almeno a renderlo un po' più "ambizioso"?
Folli potenzialità sprecate.
In conclusione, non un thriller memorabile, ma poteva anche andare molto peggio.
"L'unica verità è il buio. E conta solo entrarci dopo aver fatto qualcosa di importante. Dopo aver ferito il mondo, lasciando il segno. In fondo, la Storia è nient'altro che una grande, profonda cicatrice."
Indicazioni utili
Michael Connelly