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IMPASSE: QUELLO CHE NON E’ POSSIBILE OLTREPASSARE.
Il commissario Kostas Charitos, il poliziotto a cui il celebre scrittore di gialli di Atene Petros Markaris, affida il compito di dipanare la nebbia risultante dai suoi ben studiati intrecci, ha come hobby la lettura dei dizionari. Li colleziona e li tiene in bell’ordine su uno scaffale in camera da letto. La lezione che ne riceve è che l’impasse in cui si trova chi come lui deve stabilire la giustizia coincide con l’infinito ovvero con l’irrisolvibile e l’insuperabile, come gli suggerisce il Linddel-Scott citando Aristotele. Da qui il disincanto etico con cui egli affronta i casi che il suo mestiere gli impone: in “Ultime della notte”, il primo della serie dedicata a Charitos, pubblicato nel 1995, egli è chiamato a trovare l’assassino di due rampanti giornaliste televisive e a mandare in galera un’organizzazione che lucra trafficando in organi e bambini. Due rami che si sovrappongono generando equivoci salutari per la suspense tanto più che a rendere armonioso l’insieme è lo sguardo del poliziotto sul labirinto urbano, di cui egli stesso, fa parte. La soluzione dell’enigma dà ragione al prestigioso dizionario: impossibile stabilire chi sia la vittima e chi il carnefice, al di là delle apparenze. Ma Charitos non si sente un campione del bene infallibile: egli sa di doversi limitare a sopravvivere con un lavoro mal pagato, una moglie che l’orgasmo lo finge, una figlia amata ma lontana, in una città in bilico fra Primo e Terzo Mondo devastata prima dal regime totalitario dei colonnelli e ora da una democrazia corrotta. E a chi deve accontentarsi di sopravvivere più che pistole ed intuito serva l’arma dell’ironia