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IL VIRUS E IL MONDO
Ultimo capolavoro di Dan Brawn, "Inferno" è un viaggio attraverso le opere e monumenti di grandi artisti, come Dante e Michelangelo, spalmate tra Firenze, Venezia e Istanbul. Il protagonista è lo stesso di "Angeli e Demoni" e de "Il codice Da Vinci", cioè il prof. di storia dell'arte e di simbologia religiosa Robert Langdon che questa volta viene affiancato dalla dottoressa Sienna Brooks, che lo ha curato durante la degenza all'ospedale di Firenze. Insieme vanno alla ricerca di un pericoloso virus artificiale creato da un ingegnere biomedico tedesco, Bertrand Zobrist, in grado di modificare geneticamente il corpo umano con lo scopo di dimezzare la popolazione mondiale affinché si salvaguardi il pianeta da un'imminente e repentino crollo causato dal sovrappopolamento.
I due scoprono che l'ingegnere,morto una settimana prima, era un attento e accanito sostenitore di Dante Alighieri, nonché proprietario della sua maschera di cera conservata in un museo fiorentino; ragion per cui gli indizi vengono trovati in opere che in qualche modo sono ricollegabili a Dante.
La storia, scritta nel perfetto stile di Dan Brawn, risulta, nel complesso, interessante e avvincente. Descrizioni delle opere minuziose e perfette e riferimenti storico - artistici e letterari giusti ed esaustivi. La fine è un po' deludente rispetto alle aspettative troppo elevate createsi nel lettore dall'inizio del romanzo. Il pensiero malato e diabolico di Zobrist può risultare disturbante ma se osservato sotto un'altra luce, anche ponderabile, per certi versi. L'unico riferimento alla Divina Commedia di Dante sono le terzine del venticinquesimo canto dell'Inferno, analizzate per scoprire l'ultimo indizio che concluderà il mistero. L'Inferno quindi è più una metafora riguardante il mondo terreno.