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Welcome back Lisbeth and Mikael ...
Frans Balder è uno scienziato svedese di fama internazionale grazie ai suoi studi sull’intelligenza artificiale. Tornato in Svezia a seguito di un impiego di lavoro negli Stati Uniti dal quale si è misteriosamente dimesso, decide di dare una svolta alla sua vita. Dopo l’esperienza americana qualcosa è cambiato in lui, le ambizioni che hanno costituito tutta la sua vita e che lo hanno reso l’icona che di fatto è nell’ambito scientifico, hanno un senso completamente diverso adesso. Non solo, si riavvicina anche ad August il figlio autistico (e con presunto grave ritardo mentale) dal quale si era allontanato due anni prima.
Ben presto si rende conto che i segreti che custodisce, che già sono di grande interesse per i suoi colleghi scienziati e le multinazionali che fanno a gara per accaparrarseli, costituiscono un’occasione ghiotta anche per associazioni criminali senza scrupoli e che pertanto la sua vita è in pericolo. Quale contromossa decide di rivelarli a chi nel mondo del giornalismo è emblema di lealtà, incapace di scendere a compromessi, il segugio della verità ad ogni costo e per definizione ligio al dovere: Mikael Blomkvist. Purtroppo non riesce nel suo proposito poiché viene freddato all’arrivo del giornalista ed innanzi agli occhi del figlio.
Cosa gli voleva rivelare Balder? Cosa aveva scoperto lo scienziato? Quale organizzazione si cela dietro l’omicidio? E perché era venuto in contatto con Lisbeth alcuni mesi prima? Sono passati anni dal suo ultimo incontro con la giovane hacker eppure questa continua a rivestire un ruolo essenziale nella sua vita e per lei è disposto a mettere in discussione tutto, perfino, come già sappiamo, i dogmi che tanto rispetta.
Questo nuovo capitolo della saga Millennium porta la firma di David Lagercrantz e si sviluppa ricalcando, almeno in parte, l’impostazione già data da Larsson. Questo è positivo per il lettore perché la sensazione principale che viene provata è quella della familiarità e cioè di non aver mai interrotto il filo conduttore che collegava i precedenti tre capitoli; i personaggi, non a caso, sono quelli già conosciuti anteriormente. La trama si sviluppa bene, l’intrigo regge ed incuriosisce il lettore.
Le tematiche trattate sono attuali e rivolte ad un pubblico di ogni età. Vengono abbracciate questioni inerenti la creazione di una intelligenza artificiale con tutti i rischi che ne competono (agli appassionati di fantascienza fischieranno le orecchie), la disabilità incentrata sul minore autistico e sulle problematiche ivi relative, la criminalità, il maltrattamento femminile. Dunque, alcune già conosciute ed amate da Larsson ed altre aggiunte ed avvalorate da Lagercrantz.
I personaggi non sono particolarmente approfonditi poiché l’autore si è amalgamato, per quanto possibile, con ciò che il suo predecessore aveva già statuito. Qualche ripetizione è anzi presente, nel senso che man mano che ogni protagonista viene introdotto, un piccolo riassunto del “chi è” e “cosa fa” viene proposto al lettore, quasi volesse creare da un lato un romanzo a sé stante dai precedenti e dunque leggibile anche autonomamente bastando in tal senso sapere chi sono Lisbeth e Mikael, dall’altro costituendo altresì uno scritto mirante a tirare le fila di quel che è stato e ripartire esattamente da li, dando la possibilità a chi legge di fare mente locale. Della serie “se non ti ricordi chi è perché è passato un po’ di tempo, ci penso io a rispolverarti la memoria”.
Per quanto però l’intrigo sia interessante e ben costruito non nascondo di aver avuto un po’ di difficoltà ad entrare nel romanzo per lo stile ridondante adottato. Talvolta infatti queste presentazioni, questo ripartire da “monte per arrivare a valle”, è fuorviante e rende la lettura lenta e farraginosa. Anche la suspence non è delle migliori poiché lo scrittore tende ad anticipare troppi elementi tanto che è prevedibile il susseguirsi degli avvenimenti. Sinceramente, nel tentativo di conformarsi, ha strafatto.
Resta comunque un buon prodotto capace di soddisfare chi aveva amato la trilogia e far rivivere le emozioni che Larsson aveva donato.
Indicazioni utili
N.B. = se avete letto i precedenti tre volumi non aspettatevi grandi descrizioni di Lisbeth e Mikael, le vicende ruotano interamente attorno alle tematiche introdotte ma dal punto di vista "emotivo" non compie passi avanti. Per darvi un'idea in tal senso pensate a "uomini che odiano le donne" dove dei due protagonisti si sa ancora poco ed il mistero ha la precedenza. In questo caso chi legge sa già chi ha davanti ma non scopre alcunché di nuovo.
Commenti
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grazie per il tuo commento. Io sono stata una grande fan della trilogia millennium e soprattutto del primo libro della serie. Devo dire che mi ha lasciata perplessa la scelta di fare un nuovo volume per la trilogia, secondo me era finita in modo perfetto, però questo nuovo libro mi incuriosisce quindi credo lo comprerò (più avanti perchè per adesso credo abbia un prezzo esagerato).
La tua opinione mi ha fatto capire che anche se non è Larsson vale la pena leggerlo lo stesso.
Ti farò sapere la mio opinione!
Lo leggero' di sicuro quando il prezzo diventera' meno folle, avevo tanto amato quella trilogia.
grazie a te di aver letto e commentato la mia recensionsione. Anch'io ho amato la trilogia ed in particolare Lisbeth che ho trovato essere in assoluto uno dei personaggi meglio costruiti nel panorama moderno e non solo della letteratura.
Non ti nascondo che sono rimasta basita quando ho scoperto che sarebbe uscito un quarto volume ed ovviamente, appresa la notizia, è seguito anche un certo scetticismo perché come te avevo trovato perfetto il finale dato da Larsson .
Mi chiedevo altresì se sarebbe stato capace di rendere giustizia sia a Lisbeth che a Mikael (ho apprezzato anche lui seppur in modo diverso) o se si sarebbe rivelato l'ennesimo fenomeno mediatico.
Riflettendo però mi sono detta "perché ti stupisci tanto se lo stesso defunto aveva prospettato una saga di dieci volumi che di fatto non ha potuto ultimare a causa della sopravvenuta morte?".
Ti ringrazio per aver colto il senso del mio commento, mi fa molto piacere.
Non è Larsson e stilisticamente è palese e NORMALE, non può entrare nella sua mente, però è un buon testo. DIciamo che gli rende giustizia.
Aspetto di leggere la tua opinione in proposito!
si, incontrare Lisbeth è bello, dimostra nuovamente le sue doti a livello informatico nonché viene messa alla prova in un senso tutto nuovo. Solo che non viene approfondita utleriormente. L'autore riparte da ciò che aveva impostato Larsson ed oltre non va. Questo mi è dispiaciuto e non poco.
E' un romanzo che ricorda molto il primo della trilogia e cioè dove l'attenzione è rivolta non tanto ai protagonisti bensì alle vicende narrate con la differenza che chi legge già sa cosa è accaduto a Lisbeth e Mikael.
La difficoltà che ho principalmente incontranto è stata nella forma stilistica talvolta veramente troppo prolissa e ridondante. Qualche taglietto qua e la a favore di un maggiore approfondimento dei personaggi nonché della parte finale del romanzo non avrebbe guastato.
Ti capisco C.U.B., io l'ho scoperto per puro caso quando i primi di agosto stavo girellando in libreria alla ricerca di nuovi testi sugli animali. Intuile dire che non ho resistito, dovevo averlo e leggerlo quanto prima. Era una questione di principio proprio verso Lisbeth. Non ti nascondo inoltre che ero mooooolto scettica. Se avesse compiuto anche solo un passo falso rovinando un personaggio così ben costruito, non avrei risposto delle mie parole. ;-)
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