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Una Brennan sottotono
Il principale scoglio in questo libro è stato quello di superare la prima decina di pagine. La noiosissima descrizione di una riunone, che nulla porta allo svolgersi della trama. Poi il romanzo decolla con i resti di un rito che sembra legato al satanismo. La dottoressa Brennan con un pò meno brio di quello che ha normalmene inizia ad analizzare ossa, interrogare sospettati e trarre geniali conclusioni. Peccato che sia depressa per la fine della sua storia d'amore e quindi si faccia distrarre da periodi di nostalgia che nient'altro fanno che distrarre dalla tramma. Trama che tutto sommato mi è piaciuta: si parte da quello che siamo convinti sia satanismo per arrivare a tutt'altro. I sospettati si succedono, dando al lettore parecchi colpi di scena che ne mantengano viva l'attenzione. Nella parte finale c'è anche una riflessione che condivido sulla sfiducia generalizzata verso governo e forze dell'ordine e sui rischi che derivano dalla troppo semplice accessibilità delle armi. Peccato, che la Reichs in modo più pedante del solito si voglia soffermare a descriverci dettagli architettonici e vicende storiche di Charlotte che nessun miglioramento portano alla storia. Se posso capire la tentazione di un'antropologa di spiegarci qualche dettaglio scientifico di cui il lettore medio farebbe anche a meno, non capisco invece queste deviazioni urbanistiche.
Lo stile della Reichs c'è ancora, così come c'è ancora il personaggio della Brennan: brillante, intelligente preparata ma anche simpatica. Questo però non è il libro migliore della serie che ho letto.