Dettagli Recensione
L'orrore in una camera da letto
“Il gioco di Gerald” ha come protagonista Jessie Mahout, una donna di mezz’età che si presta, per l’ennesima volta, ai desideri sessuali perversi del marito, Gerald per l’appunto. Durante il rapporto, però, sentendosi particolarmente umiliata, lo allontana con un calcio, causandone inavvertitamente un infarto fatale. Ammanettata al letto, Jessie non può scappare: le chiavi per la libertà sono fuori dalla sua portata e la casa, presso un lago, è isolata. Durante la sua prigionia, Jessie dovrà affrontare un vero e proprio viaggio dell’orrore dentro la sua mente e le proprie proiezioni oniriche, caricate anche da presenze fisiche inquietanti che troveranno modo di materializzarsi all’interno della camera da letto, divenuta la sua prigione.
Lo stile è quello solito di King: ottimo, ottimo, ottimo. Al contrario di molti altri suoi romanzi, questo è più contenuto e non si sono eccessive digressioni, se non in rari casi e ciò lo rende ancor più scorrevole, ma non meno denso.
La trama regge e sa far raggelare davvero il lettore. Non tanto per la presenza di figure inquietanti, che si andranno a scoprire durante la lettura e che sono tipiche della narrativa “kinghiana”, ma quanto per il viaggio introspettivo di Jessie, la rievocazione dei suoi dolorosi ricordi, delle sue paure, dei suoi incubi che invadono la sua mente e tutta la stanza. Lo definirei un libro claustrofobico, che proietta personaggio e lettore dentro una singola stanza senza volerli far più uscire.
L’orrore che un lettore vive, in questo romanzo, è la coscienza che può accadergli qualsiasi cosa in qualsiasi momento, anche durante un semplice ed innocente rito quotidiano e che la sua vita si possa trasformare in una vera e propria guerra per la sopravvivenza.
Lo consiglierei? Sì, sì ed ancora sì. Questo romanzo non può che rientrare tra le letture degli appassionati dell’horror. Strasuggerito.