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L'inferno è sulla terra..
Devo essere sincero: sono partito prevenuto con questo libro, temevo fosse un'altra ciofeca come 'Il simbolo perduto' ed ero completamente scettico sulla possibilità che Dan Brown potesse ancora sfornare un romanzo quantomeno leggibile sino all'ultima pagina e non fino al primo capitolo per poi essere abbandonato.
Invece devo ricredermi, non siamo certo di fronte ad un best seller come 'Il Codice da Vinci', ma l'Inferno di Dan Brown ha anche qualcosa di buono, per esempio:
-) qualcuno potrebbe obiettare che la trama sia troppo 'futuristica' ed improbabile: vero, ma questo romanzo ha comunque una sua utilità come guida turistica del capoluogo toscano (ed in minima parte di Istanbul) perchè è innegabile la bravura di Brown nella descrizione particolareggiata di monumenti, opere d'arte e sculture, talmente efficace da stimolare la curiosità ed il desiderio di chi legge a visitare i luoghi citati; io per primo mi riprometto di portare con me il libro nel prossimo viaggio a Firenze.
-) qualcuno potrebbe obiettare che in giro sia facile trovare guide turistiche di Firenze meno care ed ingombranti: vero, ma questo romanzo lancia un messaggio a mio parere non trascurabile, ossia l'incremento malthusiano della popolazione terrestre registrato nell'ultimo secolo porterà inevitabilmente al collasso del pianeta essendo limitate le risorse disponibili. E a meno che non si verifichi una qualche catastrofe di proporzioni mondiali, già entro la fine di questo secolo gli uomini dovranno imparare a condividere un pezzo di pane e pesce tra 100 persone (e tenete presente che i miracoli non si avverano mai due volte nella storia).
-) qualcuno potrebbe obiettare che messaggi catastrofici come quello sopra descritto se ne sentono tutti i giorni in tutte le piazze: vero, ma provate a leggere 'Inferno' su un lido di Ostia in una domenica di agosto, dove la gente è talmente tanta ed ammucchiata una sull'altra che sfogliando le pagine del libro potrebbero leggere tre persone contemporaneamente, e poi ditemi se quel messaggio catastrofico vi sembra ancora tanto lontano ed inconcepibile.
In definitiva, una rilassante lettura estiva (meglio se su un'isola sperduta dell'oceano); avrei preferito però un finale meno 'sbrigativo'... l'autore avrebbe, per esempio, potuto evitare di ripetere la descrizione del messaggio video da cui si snoda tutta la vicenda per ogni singolo personaggio che ne prende visione durante lo sviluppo della trama (almeno 5-6 volte) e dilungarsi maggiormente sull'epilogo, concentrato invece in un paio di pagine.
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