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Protezione
 
Protezione 2015-08-23 17:42:05 Anna_Reads
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    23 Agosto, 2015
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Un bel "grigio"

Un noir in cui nessuno è "pulito", ma neppure completamente "sporco". Più che un noir, quindi, un "gris".
Da una parte abbiamo i "buoni" tutori della legge, fra cui il poliziotto corrotto, il tremendo ed untuosissimo Iles, il sovraintendente Harpur che cerca di barcamenarsi come meglio può fra il dovere di poliziotto, la sua etica, la famiglia e l'amante e contemporaneamente cerca di non dare l'addio alla sua coscienza; infine c'è il "capo" Lane, che, giunto da poco e in un ambiente un po' ostile fa del suo meglio e – non fosse altro che per i suoi calzettoni – vince l'ambita palma di "mio preferito" (il che significa irrevocabilmente che nel prossimo libro tirerà il calzettone, e cara grazia che non l'abbia già fatto in questo).
Dalla parte dei "cattivi" abbiamo "Tenerezza" che guida un ben avviato gruppo di estorsori, il suo braccio destro (Ripeto) Come Sopra, due fedeli sgherri (Len e Reg) e la new entry, il sofisticato (!) Vernon.
Abbiamo tre donne: la moglie e l'amante di Harpur e la moglie di Tenerezza. Una più inutile dell'altra, come da copione.
E abbiamo anche un bambino, Graham, il figlio di Tenerezza, che diventa il perno della vicenda, dal momento che viene rapito, per vendetta, da un "concorrente" del padre.
La narrazione si snoda in capitoli in cui la narrazione prosegue dal punto di vista dei personaggi: abbiamo i buoni, i cattivi e Graham. I capitoli di Graham sono quelli più "particolari" dal momento che il bambino soffre di una forma di ritardo mentale e la realtà che vive viene descritta attraverso questo filtro, con il quale cerca di spiegarsi le cose.
C'è anche una singolare somiglianza fra i modi di Isle e quelli di Come Sopra che partono dal presupposto di dare sempre ragione all'interlocutore e di elogiarlo (beninteso quando questi sia un "superiore").
Solo che nel caso di Come Sopra sembra che ci sia anche una certa sincerità di intenti.
Comunque la vicenda scorre via abbastanza lieve per un lungo tratto non sapevo se parteggiare per Tenerezza o per Harpur, poi ho scelto Harpur, che, poverino, di certo è peggio accompagnato; inoltra mostra una qualche astuzia e ha il merito – se non altro – di porsi qualche dilemma etico.
In definitiva la lettura è stata veloce e piacevole.
Linguisticamente molto interessante e mi piacerebbe poter dare un'occhiata al testo inglese.
La scelta dei toni e del lessico è molto ponderata e serve moltissimo a caratterizzare i personaggi. È senz'altro l'aspetto che ho apprezzato di più. La vicenda noir, in sé, è un po' esilina.
Non mi fionderò in libreria ad acquistare i seguiti, però certamente li leggerò tutti, perché che ne sarà di Colin Harpur mi interessa. È fatale quando il nome del detective comincia per "H".

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