Dettagli Recensione
Due cuori, uno luminoso, l'altro buio.
Appena ho chiuso questo libro, ho pensato di aver appena finito una delle più belle storie d’amore mai lette; di solito non amo il genere “storia d’amore”. In particolare trovo estremamente difficile che le “love story” non siano noiose.
Tristano e Isotta, per me, sono LA storia d’amore. Pochi altri hanno avuto il mio plauso, dopo di loro.
Ma uno è King con la sua Lisey.
E dal momento che si parla di King e di una storia d’amore che piace a me, ovviamente essa è scarsamente “canonica”.
Lisey è la devota ed amatissima moglie di Scott Landon, scrittore di successo, cresciuto in una famiglia difficile e con più di qualche ombra nel suo passato.
Lisey è una moglie quasi sempre in ombra, come apprendiamo sfogliando insieme a lei alcuni ritagli che celebrano la carriera del marito. Poco presente nelle fotografie, quando presente spesso indicata con un nome sbagliato, scritto male, definita “amica” o non menzionata affatto.
In realtà Lisey è una donna coraggiosa ed intelligente che, di fatto, passa la vita accanto a suo marito, capendolo sempre e salvandolo molte volte.
Lisey salva Scott da sé stesso, dai fantasmi del passato, da psicopatici attentatori armati di pistola (e lo salva a colpi di vanga – scena grandiosa, peraltro).
Sfogliamo i ritagli perché Scott è morto e Lisey alla fine decide di riordinare le carte del marito.
Partendo da qui ripercorriamo alcuni momenti della loro vita insieme, apprendiamo il linguaggio segreto che i due coniugi hanno usato (ed usano) ed apprendiamo di un “altrove” dove ci si può rifugiare e qualche volta guarire dal male che si incontra “qui”.
Ma l’altrove è un posto pericoloso, abitato da presenza inquietanti ed insieme di sublime bellezza. Un luogo con regole precise che non possono essere violate.
Neppure quando si torna Qui.
Non voglio spoilerare, ma Lisey con l’aiuto di Scott dovrà affrontare un altro pericoloso e sadico psicopatico, compiere innumerevoli viaggi da qui all’altrove, ritrovare una sorella, prendere forse congedo, per un po’, dal marito.
Il tutto scritto come un continuo passaggio fra presente e passato, fra qui ed altrove, fra un personaggio e un altro. Poteva essere caotico fino a diventare delirante. Ed invece è mirabile.
Certamente uno dei punti di forza del libro.
L’altro, of course, come si diceva è l’amore.
Quello fra Lisey e Scott talmente radicato in loro e allo stesso tempo “normale”, da esigere un linguaggio proprio. Un amore che parte con la consapevolezza che amare non solo rende vulnerabili, ma fornisce anche un tremendo potere sull’altro.
Poi c’è la famiglia.
Quella di Scott che è un grumo di dolore, quella di Lisey viene descritta con pennellate caustiche di rara veridicità, con le sue nevrosi ed ipocrisie di fondo. Ma c’è anche l’amore. In particolare fra fratelli (Scott e Paul) e fra sorelle (Lisey ed Amanda) anche questo ripercorso attraverso ricordi e linguaggi che mi hanno fatto pensare a “Lessico Famigliare” della Ginzburg; ed infine l’amore forse più disperato e impotente, quello paterno, di Sparky Landon per i suoi figli ed in particolare – alla fine – per Scott.
Lo so che forse parlare di “amore” per quest’uomo malato e violento possa anche suonare incongruo. Però ho trovato tanto brutalmente tenero il modo in cui, alla fine, permette al figlio di salvarsi che… e va be’. Mi son proprio commossa.
Ah.
Da leggere subito, obviously.
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Commenti
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Grazie mille, sono contenta che ti sia piaciuto.
Quando lo leggi fammi sapere!
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Ferruccio