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UN SUPERROMANZO!
Il bestseller “La verità sul caso Harry Quebert”, secondo libro dello scrittore ginevrino, classe 1985, Joel Dicker, ambisce a superare i confini ristretti del thriller e diventar appunto un vero e proprio caso: una storia labirintica, cronologicamente stratificata, a cui prendono parti personaggi diversi, ciascuno con una maschera, ciascuno con un passato da disseppellire, ciascuno con una propria verità nascosta. Al centro del puzzle sta una ragazza di quindici anni, Nola, che ha una love story con un’aspirante scrittore ultratrentenne, Harry Quebert, che appunto a questo si ispira per scrivere un romanzo dal successo straordinario; la ragazza all’improvviso scompare e non si hanno più tracce di lei. Siamo nel 1975 ad Aurora nella provincia americana. Speculare all’intenso rapporto fra l’adolescente e il celebre romanziere è il rapporto assoluto maestro- allievo fra Harry e il suo ex studente Marcus, anche lui scrittore fortunato. Marcus entra in gioco quando trentatrè anni dopo la sua sparizione il cadavere di Nola viene trovato nel giardino della villa di Harry che viene accusato dell’omicidio. Marcus parte da New York per Aurora con l’intento di scagionare il suo ex insegnante, anche suo migliore amico, a cui pensa di dovere la scoperta di una vocazione. Questi più o meno i fatti, ma Dicker ha il merito di scompigliare la linearità di una trama tutto sommato non originalissima, dilatandone i rami collaterali, focalizzando l’attenzione su personaggi e situazioni che sfiorano anche solo marginalmente la vicenda principale. Inoltre aggiunge alle indagini sull’omicidio un bignamino metalettario sulla tecnica di scrivere romanzi, interrompendo la narrazione, con l’inserzione fra un capitolo e l’altro dei trentun consigli che Harry dà a Marcus. Insomma un superromanzo scritto per fortuna con leggerezza!
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