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L'UOMO DI SIVIGLIA
Raúl Jimenéz viene trovato morto di infarto nel suo appartamento. Qualcuno gli ha asportato le palpebre per costringerlo, fino a far cedere il suo cuore, a guardare una videocassetta che non avrebbe mai voluto vedere. L’ispettore capo Javier Falcòn si trova, in una calda Siviglia animata dalla “Feria” di maggio, ad indagare sull’atroce delitto, che immediatamente lo sconvolge. Le certezze dell’ispettore cominciano a vacillare… E forse anche la sua sanità mentale. Proprio in questo clima di confusione compare il diario del padre, il famoso pittore Francisco Falcòn, che ci accompagna nel tempo… dalla guerra civile spagnola, al secondo conflitto mondiale, alla Tangeri del dopoguerra. Ed un dubbio strisciante ma sempre più insinuante si fa strada nella mente del lettore: esiste davvero un collegamento fra l’omicidio di Raúl Jimenéz ed i vecchi diari del defunto Francisco Falcòn? Un thriller di vero impatto. Coinvolgente, insinuante ed accattivante. Il ritmo degli avvenimenti però non è quello “nordico” a cui ci hanno abituato i grandi autori che svettano nelle classifiche negli ultimi anni. Il ritmo è tutto mediterraneo… c’è il sole, c’è caldissimo, c’è incertezza… gli eventi scorrono fluidi ma a velocità ridotta, facendo sì che il lettore faccia suo lo stato d’animo del protagonista e si appassioni alla doppia storia: quella dei diari del pittore, e quella ai giorni nostri dell’ispettore Falcòn. Il finale inaspettato è degno di un Thriller con la T maiuscola. Buona lettura..