Dettagli Recensione
Mente criminale
Lui, il carnefice, è uno studente di medicina, lei, la vittima, una studentessa d’arte.
Lui seziona meticolosamente cadaveri ricavandone piacere, lei si perde tra i fumi dell’alcool.
Lui la vede e il pensiero si fissa ossessivamente sulla sua persona, lei ubriaca lo bacia, poi si allontana e lo archivia velocemente.
La giovinezza è anche questo, irresponsabilità, una toccata e fuga. Ma non per lui. Così ha inizio un incubo senza fine.
Leggerezza e casualità non sono una buona accoppiata, si possono instaurare nuove amicizie, si possono incontrare psicolabili travestiti da bravi ragazzi. Il problema è che loro sono certi di esserlo, semplici ragionamenti per sgretolare le loro sicurezze sono armi inefficaci.
Una visione distorta della realtà porta convinzioni errate. Fraintendere un gesto, caricarlo di importanza, gonfiare un momento, cogliere sfumature irrilevanti, tradurre parole con lingue inesistenti significa avere problemi. Il soggetto che intraprende la propria crociata sentimentale nei confronti della vittima è attratto da quello che proietta la sua testa nella prescelta, si innamora di ciò che vorrebbe che fosse, non di quello che effettivamente è. Eliminare ogni ostacolo per preservare il proprio oggetto del desiderio, perché è questo che diventa la persona, qualcosa da custodire e su cui riversare le proprie attenzioni morbose e malate, è l’unico obiettivo.
Un thriller psicologico inquietante. La mente lucida e l’animo asettico del protagonista instillano nel lettore tensione e panico. I pensieri viaggiano veloci, si prova una strana sensazione per la verosimiglianza con la quotidianità sui giornali. In generale il ritmo è lento senza cadere nella trappola della paralisi narrativa. Un contenuto originale e avvincente, un finale sorprendente.
La penna è giovanissima ma ciò non la penalizza, non risente di inesperienza, asciutta, coerente, decisa, priva di sbavature e orpelli.
Autore brasiliano emergente di talento, questo libro ha già meritatamente un posto assicurato al cinema, sarà un film da cardiopalma.
Concludendo, per i temi trattati e le immagini evocate, si consiglia la lettura ad un pubblico preparato, amante del genere.
“Fin da piccolo, si era sentito fuori luogo, un essere innaturale che conviveva in mezzo a persone dalla risata facile. Per lui non c’era niente, nessuna ricerca intellettuale, nessun pensiero che non fosse insignificante. Era stato un trauma capire che la normalità consisteva proprio in quello. Adattarsi era stato difficile. La realtà non suole fare concessioni. Téo continuava a disprezzare la razza umana, ma per lo meno adesso era un disprezzo disinteressato, quasi compassionevole. Finalmente provava amore”.