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La fabbrica dei corpi
 
La fabbrica dei corpi 2015-05-02 15:41:59 cesare giardini
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    02 Mag, 2015
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Un Istituto unico al mondo

La fabbrica dei corpi ( “The body farm”, titolo originale) è un prestigioso Istituto di ricerca sulla decomposizione dei cadaveri, gestito dalla Facoltà di antropologia dell’Università del Tennessee, Istituto unico nel suo genere, che studia in base alle varie fasi della trasformazione dei cadaveri il momento del decesso. La Cornwell ce ne spiega l’utilità ai fini didattici e si dilunga in uno dei capitoli finali del suo thriller nella descrizione di varie situazioni simulate, con cadaveri donati alla ricerca, ai fini di stabilire le modalità ed il momento del decesso, ambedue importanti sia per la clinica che per la medicina legale. Mi tornano alla mente le frasi incise sui muri del mio Istituto di Anatomia Patologica (Milano) : “Mors gaudet succurrere vitae” e “Mortui vivos docent”, per giustificare la dissezione dei cadaveri e l’utilizzo degli stessi allo scopo di comprendere meglio la patologia medica e chirurgica e le varie fasi di una malattia. Tornando alla storia della Cornwell, tutto origina dal ritrovamento, in un bosco, del cadavere di una ragazzina scomparsa: la morte risale a giorni prima, ed il colpevole viene indicato ora in un famoso serial killer della zona, ora a strani personaggi del vicinato. Nel thriller, datato 1994, la protagonista è ovviamente Kay Scarpetta, cui fanno da contorno l’immancabile detective Marino, il federale Benton Wesley al quale Kay non nasconde i propri sentimenti, la nipote Lucy alle prime armi ed ai primi turbamenti amorosi, nonché la sorella di Kay, Dorothy, con tutti suoi malcelati problemi e la sua paranoia. La dottoressa Scarpetta non è ancora preda di problemi esistenziali (vedi gli ultimi romanzi) : si prodiga attivamente nella ricerca dell’assassino, ricorrendo anche all’aiuto dell’Istituto sopra citato, ed il thriller fila via senza momenti di pausa, tenendo avvinto il lettore in una continua tensione emotiva. Naturalmente c’è il colpo di scena finale, che coinvolge persone insospettabili e che svela un intrigo demoniaco . Si accenna anche ad una sindrome, quella di Munchausen, cui la Cornwell fa riferimento e che consiste in un disturbo psichiatrico per cui le persone fingono malattie o traumi psicologici o addirittura commettono delitti allo scopo di attirare l’attenzione verso di sé. Tutto sommato un thriller che tiene sulla corda, ricco di tensione, che vale la pena di leggere.


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I thriller di Patricia Cornwell
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