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Revival
 
Revival 2015-04-24 11:17:31 Donnie*Darko
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    24 Aprile, 2015
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Non è morto ciò che può attendere in eterno

Mi sento come un insegnante deluso dal suo alunno migliore, quello che ti regala sempre qualcosa in più rispetto alla media e che invece nell' ultimo trimestre si applica giusto per raggiungere la sufficienza, che nei casi di uno scrittore del calibro del Re si traduce in prospettive alimentari, inerenti la mera commercializzazione e poco altro.
Ma andiamo con ordine: la nuova fatica letteraria di Stephen King si potrebbe suddividere in tre tranche più un epilogo all'interno del quale gli amanti dell'horror potranno affondare i loro denti aguzzi. Per giungere al tanto atteso climax l'autore costruisce un percorso lastricato sulle lacrime di un dolore lancinante, imperniato su disillusione e sbugiardamento dei falsi miti. Un viaggio ahimè piatto, senza scossoni e caratterizzato da ammaestrata prassi sfociante nel racconto di formazione, con veloci sterzate nella drammaturgia, mirato a creare le basi per un excursus in un mondo severamente vietato all'uomo.
Si parte dall'infanzia di Jamie Morton che bambino incontra per la prima volta Charles Jacobs, allora consacrato al credo e alla chiesa metodista, persona ammirata da tutti nella piccola comunità del Maine in cui si fa portavoce del suo Dio. Un personaggio amabile con il pallino degli esperimenti scientifici e più esattamente, come un epigone di Tesla, di quelli con l'elettricità attraverso cui sembra poter compiere dei piccoli quanto strabilianti interventi sananti.
Purtroppo per lui le vie del Signore sono infinite e spesso imperscrutabili. Una terrificante tragedia lo attende al varco e Charles perde la fede, il tutto sottolineato nella cosiddetta Predica Terribile, in cui King, al primo step in cui potrebbe mostrare la sua immane classe, si incarta in un' invettiva pregna di retorica spiccia e qualunquismo dogmatico.
Allontanato dall'indignita comunità Charles svanisce nel nulla, mentre Jamie, ormai ragazzotto di belle speranze, grazie alla passione per la chitarra, diventa un ricercato turnista per alcune rock band che gli permettono di girare l'America. Almeno fin quando la droga non ne ottunde talento e professionalità. A quel punto il baratro è a un passo ma Charles riappare, pronto a salvarlo dal demone dell'eroina. L'elettricità funge da bizzarro salvagente, gli esperimenti sono progrediti e Charles sfiora il miracoloso sostituendosi a chi ha rinnegato anni prima.
Siamo al cospetto di un altro momento clou, in cui il rapporto tra i due viene saldato da un patto quasi luciferino a cui Jamie dovrà rispondere al momento del bisogno.
Purtroppo King annoia mortalmente tra nostalgie rock, luna park itineranti ed esperimenti sempre più sbalorditivi ma spaventosi nelle conseguenze.
La storia continua quindi a trascinarsi, senza lampi che non siano quelli di un'elettricità che abbaglierà pure i bifolchi delle fiere in cui Charles si è reinventato imbonitore, ma difficilmente faranno presa sul lettore più sgamato che conosce il talento di King, in questo caso ancora più in versione diesel del solito mentre annaspa per giungere al nocciolo.
Revival sembra prendere velocità nel terzo segmento, ma è solo un fuoco di paglia. Torna l'ossessione per le dimensioni parallele, in questo caso debitrici a qualche obsoleto b-movie buono per la seconda serata di Italia 1, e non bastano certo citazioni di grande spessore a risollevarlo dall'ennesima illusoria resurrezione.
Non si sobbalza, non ci si emoziona, non ci si appassiona: anche se King sguazza tra Lovecraft, il mito di Prometeo, il Frankenstein di Mary Shelly, libri maledetti e oscuri rituali alchemici, il romanzo resta un ensemble di idee incompiute, confezionato in modo professionale ma senza cuore. Addirittura la cifra stilistica giunge stantia: l'ironia non graffia, l'intreccio si perde in barbosi snodi mentre l' insostenibile buonismo del protagonista, miscelato alla consueta retorica da buon samaritano, imperano restituendo un'integrità ammirevole ma ormai abusatissima.
King ci mette mestiere e poco altro, mentre il popolo dei fedelissimi (tra cui il sottoscritto), grato per ciò che fu, si sorbisce la solita sbobba.

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Che approvi o meno quanto hai letto, sei sempre bravissimo nelle opinioni; è un piacere leggerti ;) ciao
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Donnie*Darko
24 Aprile, 2015
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Grazie Lucia, gentilissima! se dovessi leggerlo fai sapere :)
Condivido ogni singola parola...complimenti.
Anche io da fedelissimo del Re sono rimasto un po' con l'amaro in bocca dopo averlo letto..
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Donnie*Darko
25 Aprile, 2015
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Grazie Riccardo, mi aspettavo qualcosa di diverso viste le tante recensioni positive lette qua e là. Mi fa piacere che un fan di lunga data come te sia d' accordo. Va bene l'affetto per il Re ma a tutto c'è un limite.
Ciao "Donnie Darko come il bellissimo film " ... mi sa che il libro non ti è piaciuto molto....
... A ,me King piace sempre, l'ho letto per la prima volta a 12 anni e continuo a leggerlo con piacere.
Poi è vero che anche i Guns N' Roses non hanno più fatto una "Welcome to the Jungle", ma hanno fatto altre buonissime canzoni.
Scrivi "tra nostalgie rock, luna park itineranti..." e a mè è già venuta voglia di leggerlo...
Ciao.
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Donnie*Darko
29 Aprile, 2015
Ultimo aggiornamento:
29 Aprile, 2015
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Ciao Rebel, anche a me piace sempre leggerlo, fu proprio un suo libro ad iniziarmi alla lettura intorno ai 14 anni. Per cui valore affettivo notevole e riconoscenza immensa per avermi fatto provare questo piacere.
Però ultimamente non provo più quell'entusiasmo che mi animava tempo addietro. Ovviamente il mio è un parere molto soggettivo, indi per cui se lo leggerai sarò ben felice di conoscere la tua opinione.
Ciao!
P.S. anche i Metallica hanno fatto solo una Master of Puppets e pur avendo composto tante altre belle canzoni negli ultimi album lasciano molto a desiderare, concordi? ;)
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Rebel Luck
30 Aprile, 2015
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Sei GRANDE!
Concordo... Ma io ci metterei anche - Nothing Else Matters
:D anch'io!
Forse i libri più belli li ha già scritti ... ma King lo si legge a prescindere ...
Su consiglio di un mio collega, io che non ho mai letto nulla di King, volevo partire cominciando da qui. Visto il tuo esauriente, ma freddo commento mi ricrederò e guarderò altrove per dare il via alla lettura di un grande, per me, quasi sconosciuto.
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