Dettagli Recensione
Non è esattamente un thriller
Prendi la mia vita è considerato da alcuni come thriller psicologico e racconta la storia di Leila, una ragazza di 24 anni, introversa e solitaria ma che ama navigare in rete. Si è presa cura di sua madre, malata di sclerosi multipla fino alla sua morte. Durante il suo girovagare in rete, scopre una pagina filosofica gestita da un certo Adrian Dervish che le propone di prendere parte ad un misterioso progetto.
Il romanzo è scritto in prima persona dal punto di vista di Leila, sotto forma di diario (Agosto 2011 Ottobre 2011). La protagonista è senza dubbio una ragazza inusuale e forse potrebbe non suscitare grande simpatia ma nonostante tutto riesce a coinvolgerti nella sua storia.
Più che un thriller, è un romanzo che attraverso la storia di Leila, affronta temi molto importanti: le problematiche legate alla rete (privacy e uso dei social) e il suicidio.
Infatti, se da un lato la caratterizzazione della protagonista e di Tess (la donna di cui prende il posto Leila) è ben fatta (l'autrice riesce ad essere realistica nel descrivere le loro lotte interiori), dall'altro il romanzo manca di quella tensione che dovrebbe suscitare un thriller. Anzi alcuni passaggi sono spesso lenti perché troppo carichi di dettagli inutili ai fini della trama. Trama originale e scritto bene (nonostante sia prolisso) ma con i giusti accorgimenti poteva diventare un thriller particolare.
Anche il finale risulta soddisfacente e ottimistico da un certo punto di vista, ma per altri aspetti, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca.
Per chi è alla ricerca di letture diverse dal solito.