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Mezzogiorno e tre quarti di fuoco
“Nel Texas orientale, mito, balle e leggenda sono la stessa cosa.”
Deve esserci per forza qualcosa di magico nel Texas (orientale) per ispirare così tanto e bene Joe Lansdale. Thriller, fantascienza, noir, centinaia di racconti, fumetti, sceneggiature di film, la produzione di Lansdale è ampia e variegata, ma sempre croccante e piena di polpa, non deraglia né deborda, a tratti ricorda Stephen King, ma non ne fa salire a bordo i difetti, mantiene lontano gli eccessi e le lungaggini, a volta torna su generi e argomenti già raccontati, senza però mai ripetersi.
Con Tramonto e polvere, Lansdale plana sul western, e che atterraggio! Siamo in una Texas nel periodo della Grande Depressione, dove il Far West sembra non avere detto ancora goodbye e gli stilemi del genere ci sono tutti. Ma il buon Joe fa capire subito che la giostra non girerà nel verso giusto.
Miss Sunset, la meravigliosa protagonista, già nelle prime pagine uccide per legittima difesa il marito, sceriffo del villaggio, mentre tenta di aggredirla, completamente ubriaco. Sarà lapidata nella piazza del paese per averlo ucciso penserete voi, e invece no, grazie all’aiuto della suocera, altra donna con i controcavoli, ne prende il posto di rappresentante della legge. E per dimostrare di avere anche lei gli attributi inizia subito ad indagare sui misteriosi omicidi irrisolti nel villaggio, aiutata da Clyde, uomo buono e fedele, e Hillbilly, girovago cantante country, da un passato avvolto nel mistero.
Sicuramente ispirato dalla voglia di lasciare ancora una volta il segno, Lansdale mescola mirabilmente le carte, i buoni sono in realtà cattivi, i neri sono razzisti come i bianchi e sicuramente più furbi, le donne hanno la stella di latta e il fucile, gli uomini sono vigliacchi e piagnucolosi, e soprattutto riesce a non cadere nel tranello di rifare il verso a El Grinta o allo spaghetti western, cosi tanto amato in America, pur versando dappertutto vagonate di ironia e sarcasmo, scoppiettanti tra le righe, come grossi petardi rumorosi.
E infatti, dopo aver letto il libro tutto di un fiato, aver riso in diversi momenti per la irresistibile descrizione tragicomica degli eventi, essermi appassionato alla storia e alle sue pieghe noir, avere tifato spudoratamente per i buoni nella inevitabile sfida all’O.K. Corral, che ogni western che si rispetti deve assolutamente avere, mi sono convinto che il lontano West era sicuramente così, duro, faticoso, divertente e pazzo, altro che John Ford, Wayne, Mitchum e Cooper.
Ma ho capito anche che il Texas (orientale) è pieno di mosche, zanzare, piovono rane dopo l’uragano, c’è caldo, sudore, polvere, e ogni tanto passano le cavallette e si mangiano tutto.
Che terra inospitale il Texas, non andateci mai, ragazzi!
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