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L'AMBIGUO MALE
Che strano malanno è l’amore! Ti viene in mente leggendo il thriller psicologico della giornalista Sabine Durrant. I fatti nudi e crudi ci sono presentati in parallelo dai due protagonisti, Zach, pittore dilettante, e Lizze, bibliotecaria in una scuola di Londra. Si sono conosciuti tramite un annuncio su Internet, si sposano, hanno un rapporto tormentoso, causa la patologica gelosia dell'uomo, fino a quando lui muore in un incidente stradale. Tuttavia il sospetto/ certezza che sia ancora vivo e che voglia continuare a esercitare il suo dominio su di lei ossessiona ogni attimo dell’esistenza di Lizze e la induce a ripercorrere le tracce del passato di Zach e a scoprire atroci verità. Questa la trama, lineare, senza guizzi né di stile né nell’intreccio: l’angelo salvatore delle grigia e sciatta zitella inglese, giorno per giorno, si rivela un mostro. In fondo una vicenda prevedibile, come attestano le cronache dei telegiornali e le infinite trasmissioni su maschi carnefici. Per questo motivo dispiace che alla scrittrice sia mancato il coraggio o la capacità di percorrere fino in fondo la strada indicatagli dai suoi stessi personaggi: la gente «sputa sentenza sul dolore, lutto, rapporti malati e violenti, la forma mentis della vittima. Forse dovrebbero prestare più attenzione a me» commenta cosi infatti la sua stessa storia Lizze, sottintendendo che l’alchimia che teneva avvinti, imprigionandoli in una ragnatela inestricabile, lei e il suo torturatore nasce da una zona oscura della psiche, irraggiungibile dalla ragione, scarsamente illuminata dal mediocre talento artistico di lui.. Ciascuno è dunque proiezione della mente dell’altro, ciascuno fa dono di sé all’altro: non è così che ci raccontano l’amore?