Dettagli Recensione
Quasi una sceneggiatura...
Il primissimo dettaglio che mi ha dato la certezza di essere davanti al libro giusto, è stata la data e la città: Londra 1867. Un po' come andare in agenzia di viaggi e chiedere un pacchetto completo per la meta dei vostri sogni... per me è assolutamente Londra ottocentesca. Provo un'attrazione smodata per tutto ciò che sia ambientato in quel periodo, dal Romance allo Steampunk, dal Mistery alla Narrativa. Mi è bastato leggere la prima pagina per sparire. Puff, ed ero dentro, assolutamente sopraffatta da ciò che mi circondava. La scena di apertura inevitabilmente vi risucchierà nella trama, e da lì sarà un crescendo di sensazioni sempre intense, al punto che c'è stato un momento in cui ero talmente assorta che sono rimasta scossa da un fatto accaduto alla protagonista e al quale non ero per niente preparata. Se non è calarsi totalmente in una narrazione questo, non saprei proprio dire cosa mi sia successo (non posso dire di più per non fare spoiler!).
John Boyne ha uno stile che non permette di rallentare la lettura, di abbassare la guardia o sbadigliare, si fa fatica a tenere un ritmo di lettura rilassato perchè ha un modo di rendere le scene, quasi da regista. Un plauso va assolutamente a Beatrice Masini, per la magistrale traduzione!!!
Vorrei lasciare un passaggio per rendere l'idea:
"Quella mattina pioveva, uno scroscio titubante ma ininterrotto, e quando spostai lo sguardo dalla finestra colsi il mio riflesso nello specchio sopra il camino, e il mio aspetto mi lasciò avvilita. Non ero mai stata attraente, ma la mia pelle era più pallida del solito, i capelli scuri erano crespi e trasandati. Le mie spalle erano ricurve mentre sedevo coi gomiti puntati sul tavolo, una tazza tra le mani, e mi allungavo nel tentativo di correggere la postura. Allora feci una cosa sciocca: mi sorrisi, nella speranza che un'espressione soddisfatta migliorasse l'effetto, e trasalii quando vidi un secondo volto, molto più piccolo del mio, restituirmi lo sguardo dall'angolo in basso dello specchio".
Ho riletto questo passaggio un paio di volte, quasi per sincerarmi di non essere al posto della protagonista.
Ma andiamo avanti. Eliza Caine è una giovane di appena ventuno anni, già avanti con l'età per maritarsi. Insegna in una scuola femminile e vive con l'amato padre entomologo universitario. Il loro è un bellissimo e profondo rapporto, quasi di simbiosi, e quando improvvisamente il padre viene a mancare, Eliza ne è devastata, ha perso l'unico punto fermo della sua vita e di conseguenza presto perderà anche i privilegi dovuti alla posizione del padre. Sarà costretta a lasciare la casa dove ha vissuto molta parte della sua vita e non sa proprio dove andare. Il destino sceglierà per lei. La sua destinazione è il Norfolk dove in cambio di vitto e alloggio dovrà fare da istitutrice a due bambini.
Eliza accoglie con nuova speranza il suo immediato futuro. Ma quando arriva a Gaudlin Hall, si rende presto conto che ciò che aveva sognato, è assai distante da ciò che la accoglie. Ci sono troppe cose taciute, mezze risposte e troppe domande che assillano le prime giornate trascorse in quella grande tenuta. Eliza sente che oltre lei e i bambini c'è qualcun altro tra quelle mura. Comincia a fare domande, ma le risposte sono davvero poche, e lei vuole capire come mai i due bambini vivono soli senza i genitori, con uno stalliere che vive nella dependance ma non entra mai in casa, e una cuoca che prepara i pasti ma non si fa mai vedere. Insomma l'atmosfera è veramente inquietante, così Eliza cerca nel villaggio vicino, le risposte di cui ha bisogno per capire come comportarsi con i bambini.
Ma la notte, quando tutti dormono, Eliza è certa di non essere sola. E di giorno a volte succedono cose strane e pericolose che mettono in pericolo la sua stessa vita, ma non quella dei bambini.
Giorno dopo giorno, Eliza stoicamente imparerà a convivere con le presenze "ingombranti" della tenuta, senza venir meno all'impegno preso con i bambini, ai quali si è affezionata.
Quando indagherà sulle istitutrici che l'hanno preceduta, si renderà conto che la sua vita è in pericolo, e nonostante tutto, è decisa a rimanere accanto ai bambini. Vivendo a Gaudlin Hall scoprirà la verità, e nonostante le sue paure, per amore dei bambini affronterà la realtà, anche se questa potrebbe portarla alla pazzia o peggio alla morte.
Ciò che rende questo romanzo "vivo" e inquieto, sono le magistrali descrizioni delle situazioni e degli stati d'animo, così intensi da non permettere di abbassare la guardia. Eliza è una donna molto intelligente, coraggiosa e con un forte senso del dovere, ma è anche una donna pragmatica che non accetta una mezza risposta o una mezza verità, vuole capire fino in fondo cosa o chi ostacola la serenità di chi dimora nella Hall, anche se le scoperte che farà la metteranno in serio pericolo. Non si fermerà fino a quando non ristabilirà l'ordine e l'armonia nella vita dei bambini e di conseguenza nella sua. Una figura femminile davvero profonda e affascinante, ora insicura e vulnerabile, ora coraggiosa e sprezzante del pericolo che corre. Vuole andare a fondo, scavare nel passato per vivere serenamente nel presente.
La prima domanda che vi farete arrivati a Gaudlin Hall, è dove siano i genitori dei bambini. E qui sta il bello dell'intera vicenda. Non posso dirvi di più, perchè rovinerei tutto. Posso però cercare di descrivere le emozioni di Isabella e Eustace, i loro strani e spesso disarmanti atteggiamenti che però si sveleranno al lettore a poco a poco, fino all'epilogo.
Consiglio questo romanzo a chi ha voglia di immergersi nelle tinte fosche della campagna inglese, con le inquietanti atmosfere delle grandi tenute avvolte nella vegetazione e isolate dal resto del mondo, con personaggi che bucano le pagine e sensazioni che avvolgono il lettore in atmosfere da film.
Indicazioni utili
Commenti
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ordina
|
3 risultati - visualizzati 1 - 3 |
Ferruccio